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Famiglia in bici da Gavardo in Francia, l'arrivo all'oceano

Ultima tappa del viaggio della coppia di bresciani con i figli, sulla due ruote per tre settimane tra mille avventure
  • L'ultima tappa del viaggio della famiglia in biciletta
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Avevamo lasciato la nostra famiglia bresciana mentre riposava a Moissac, non senza alcuni piccoli problemi legati al meteo. Gianni e Veronica, da Gavardo, con i loro bambini Gabriele di 4 anni e Giosuè di 10 mesi hanno ripreso il loro viaggio verso l’Oceano per concludere la loro personalissima e singolare avventura.
Il giorno di riposo, day off, è coinciso fortunatamente con un momento di ripresa per Gabriele che si è ritrovato a combattere con una piccola influenza: tempo utilissimo per recuperare le energie in attesa che si asciugasse il bucato.

Vera e proprio poesia del ciclismo

Voglia di pedalare, voglia di estate, voglia di esplorare e divertirsi: pronti via, con una tappa di circa 85 km che ha portato gli avventurieri da Moissac alla cittadina di Loyrac. Una tappa impegnativa, per la lunghezza della tratta, il peso trasportato e il sole che finalmente si è mostrato deciso a voler accompagnare il viaggio. La frazione non ha portato un cambio di paesaggio, costantemente bucolico, con campi a perdita d’occhio, boschi e tanto verde tutto intorno.

«Pedalare in mezzo a tanta natura, con fattorie sparse ovunque, il suono delle nostre biciclette e dei vari animali ci ha riportato alla mente “Bartali”, la canzone di Paolo Conte. In questa che è una vera e propria poesia sul ciclismo, Conte, immaginandosi in mezzo ai campi richiama il suono della natura dicendo “abbaia la campagna”. Avevo immaginato cosa intendesse con questa figura ma sentire veramente “abbaiare” la campagna pedalando spensierati con gli animali in lontananza è una sensazione davvero particolare, che fa apprezzare ancora di più la bellezza del viaggio».

Storia e cultura

Ad accompagnare questa sensazione di libertà e serenità, con la lunghezza di questa tappa, è stato il cambio di distretto: partiti dalla regione dell’Occitania si è approdati in Nuova Aquitania. La Nuova Aquitania, che eredita la denominazione, ancora una volta, dalla colonizzazione romana della Gallia, è la regione più grande della Francia e, neanche a dirlo, oltre al capoluogo Bordeaux, contiene città dalla grandissima importanza storica, come Poitiers, teatro della grandissima battaglia in cui Carlo Martello sconfisse l’esercito arabo cambiando il corso della storia e Limoges, città natale del pittore impressionista Renoir. Storia e cultura in ogni dove, da dover accantonare purtroppo per poter proseguire leggeri e veloci verso l’obiettivo.

La ruralità delle zone attraversate dalla ciclabile ha portato la nostra famiglia ad alloggiare nel paesino di Layrac. «Un paesino di circa 4000 abitanti in cui abbiamo potuto provare l’esperienza, molto educativa per Gabriele, della visita ad una “Fattoria didattica”. Qui, oltre alla possibilità di poter riposare in un vero letto, abbiamo potuto toccare con mano la vita dei contadini francesi ed assaggiare ottimi prodotti caseari di produzione propria. I formaggi francesi si sa, sono i migliori al mondo, per quanto riguarda invece salami e salsicce, preferiamo la scuola bresciana!».

Natura e condivisione

Dopo la notte a Layrac i ragazzi sono ripartiti per 50 km con meta Damazan, una cittadina grande come un puntino, solo 1400 abitanti, costituita da edifici storici «come quelli che si vedono nei film dei 3 moschettieri» situata vicino ad un complesso turistico, il Lac du Moulineau, uno specchio d’acqua di 8 ettari, balneabile e con un parco perfetto per pic-nic e giochi in famiglia. Luogo perfetto per mettersi all’opera ai fornelli da campo per un buon risotto da condividere con altri viaggiatori incontrati, sempre nell’ottica della scoperta, della conoscenza e dello scambio.

Da qui la situazione si è un po’ complicata, sulla strada per Bordeaux, il capoluogo della Nuova Aquitania. Gianni ci racconta: «Ho iniziato ad accusare i primi sintomi di un leggero malessere che nel giro di due giorni si sono tramutati in febbre, mal di gola e stanchezza. Abbiamo Raggiunto Bordeaux e rimodulato un’altra volta il viaggio». Dopo Bordeaux, con un classico assaggio dei suoi famosissimi vini, il viaggio è proseguito in direzione Oceano, attraversando il Ponte di Pietra sulla Garonna, il primo costruito su questo fiume, in epoca napoleonica ed ancora in funzione: circa 500 metri pedalati sulla storia.

La conclusione

Raggiunte le spiagge sull’Atlantico la famiglia ha preso la decisione di terminare il bike tour, scegliendo per caso la cittadina di Arès e la Duna du Pilat, la duna sabbiosa più grande d’Europa, che segna la giunzione fra il bacino di acqua salata di Arcachon e l’Oceano. Qui, tra il rumore delle onde e la brezza marina si è concluso il viaggio con qualche giorno in più di riposo rispetto al previsto dedicando l’attenzione ai giochi in spiaggia ed ai bambini. Sole, mare, assaggi d’estate prima di prendere il treno per il ritorno fino a Narbona, recuperare l’auto e rientrare a casa.

«Tornare a casa dopo un’avventura così intensa è stato un misto di emozioni agrodolci. Un po’ di malinconia per aver dovuto lasciare alle spalle paesaggi bellissimi e un territorio ricco di storia; grande soddisfazione per essere riusciti in un’avventura così pazza e particolare: trainare i bagagli, risolvere i piccoli problemi che si sono presentati, pedalare per così tanti chilometri senza mai fermarsi con i nostri bambini; grande gioia nell’aver potuto condividere tutto con loro dedicando il giusto tempo a giochi e svaghi e riuscendo a calibrare una vacanza attiva a misura di bambino. Si torna a casa arricchiti, stanchi ma rilassati, più consapevoli e con un grande desiderio di ripartire: ripartiremmo già a luglio se potessimo».

Una proficua prima esperienza che ha arricchito i ragazzi in vari modi ed è proprio il caso di dirlo, nonostante pioggia, un pizzico di sfortuna e qualche starnuto di troppo, non sarebbe potuta andare meglio di così. E chissà che non ci possa essere in futuro una nuova meta da raggiungere tutti insieme.

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Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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