Da Tarso a Efeso con San Paolo. In Turchia sulla Via della seta

Lungo la via della seta da Tarso a Efeso, seguendo le orme di San Paolo, apostolo delle genti. In un viaggio-pellegrinaggio attraverso la Turchia per scoprirne le bellezze naturali, ma anche quelle architettoniche e artistiche, in un territorio unico e suggestivo.
Grazie all'itinerario studiato da Brevivet si ha modo di ammirare e di capire, con il supporto non solo delle guide locali, ma anche dei sacerdoti che accompagnano i turisti-pellegrini, la valenza religiosa e spirituale dei luoghi che si visitano. Seguendo Saulo si parte quindi da Tarso, cittadina alle porte della Cilicia, dove nacque l'apostolo. Ben visibile, racchiusa tra le case moderne, un tratto di strada romana, lungo la quale si possono ancora vedere parti di colonne, quindi il pozzo di una casa sempre di quell'epoca, attribuita a San Paolo.
Lungo la via che porta in Cappadocia merita una sosta la città sotterranea di Kaymakli, scavata nella roccia, organizzata su sette livelli suddivisi tra abitazioni - sopra - e necropoli - sotto -, con stanze adibite a diverse funzioni collegate tra loro da stretti e bassi cunicoli, un articolato sistema di aerazione e con tanto di enormi ruote di pietra che fungevano da porte per chiudere i passaggi, in funzione difensiva. Passate le «forche caudine» delle bancarelle allestite appositamente per i turisti, con souvenir e articoli di ogni genere, si può riprendere il cammino e arrivare in Cappadocia, una regione unica per le bellezze disegnate dalla natura.
I camini delle fate
Agli antichissimi depositi di tufo lavorati dall'azione erosiva del vento e della pioggia, con la pietra che prende forma di coni, di torri, di grotte e cocuzzoli come i «Camini delle fate», dove non manca poi l'azione dell'uomo che nel corso dei secoli ha scavato la roccia e ha realizzato abitazioni aeree su cuspidi che ricordano grossi porcini, o scavate all'interno della roccia. Ecco allora il museo a cielo aperto di Zelve, un villaggio rupestre abitato fino al 1954, lungo tre valli, con tanto di chiese e di moschea.
Ma è soprattutto a Goreme che la suggestione del paesaggio si intreccia perfettamente con l'opera artistica dell'uomo. Da vedere la valle delle chiese rupestri, monasteri scavati dai primi cristiani per sfuggire ai romani prima e agli arabi poi, con affreschi che si sono conservati nel corso dei secoli e colori ancora vivi che rimandano alle storie dei Vangeli apocrifi. Piccoli e grandi spazi ricoperti di dipinti, di testimonianze antiche e preziose di una civiltà costretta a nascondersi per poter professare la propria fede religiosa.
A Goreme volendo si può assistere anche alla preghiera dei Dervisci rotanti, religiosi che si mettono in contatto con Dio girando in gruppo su se stessi con i loro abiti bianchi a corolla, un lungo copricapo nero sulla testa, senza mai arrivare a sfiorarsi e muovendo le braccia e il capo per il loro «viaggio verso la verità».
Il «castello di cotone» di Pamukkale
Lasciata la Cappadocia a Konya si può proprio visitare la moschea che ospita il mausoleo e il museo dedicato a Mevlana, figura mistica della spiritualità musulmana e fondatore dei dervisci. Dal punto di vista del cammino di San Paolo la città è poi importante per la predicazione di Paolo alla giovane comunità cristiana di Ikonio.
Quindi dopo un lungo viaggio attraverso paesaggi prima lunari, poi verdi e lussureggianti, si arriva a Pamukkale, noto fin nelle età più remote per le sue cascate pietrificate, per il «castello di cotone» come veniva chiamato: una serie di piscine, balze, e terrazze bianchissime create dai depositi calcarei lasciati dall'acqua che sgorga dal ventre della montagna a temperature elevate. I romani costruirono sulla sommità delle cascate la grandissima città di Hierapolis, con addirittura due teatri e un'enorme agorà, capaci poi di sfruttare le fonti calde e l'acqua. Anche qui sono racchiuse alcune testimonianze cristiane, senza contare che nelle vicinanze sorge Laudicea, una delle sette chiese dell'Apocalisse. Si arriva poi a Efeso, dove iniziava la via della seta, uno degli accessi all'Asia. Al di là della bellezza delle rovine dell'acropoli di epoca ellenistica, ancora da scavare, con l'Odeon, i numerosi templi tra i quali anche quelli dedicati ad Afrodite e ad Adriano, l'importante Biblioteca di Celso dalla splendida facciata a due piani, e il teatro, dove San Paolo ebbe la disputa con i venditori di oggetti pagani. Ma a Efeso ci sono anche le rovine della basilica dove si tenne il Concilio che proclamò Maria Madre di Dio, e pure quelle della Basilica di San Giovanni sulla tomba dell'apostolo. Sulle pendici del Kornessos, poi, tra i boschi, sopra sorge una piccola cappella, nel luogo dove pare vi fosse la casa della Vergine Maria.
Daniela Zorat
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