Così il pirlo diventa protagonista dell'aperitivo a Dublino
Promosso a pieni voti, preparato rigorosamente con il Campari. Il pirlo bresciano è arrivato a Dublino e gli irlandesi lo hanno più che apprezzato. A farglielo conoscere un ragazzo del lago d’Iseo, il 29enne Andrea Romano, cresciuto a Pisogne e partito alla volta di Dublino nel settembre dello scorso anno.
«Avevo un contratto a tempo indeterminato - racconta -, lavoravo come magazziniere in una ditta della zona, ma non ero soddisfatto. Non mi trovavo bene e ho deciso di cambiare le cose». Andrea ha scelto di darsi una chance, di licenziarsi e ricominciare in un altro posto con un altro lavoro, dietro il bancone di un bar.
«In Italia lavoravo nei weekend come barista in alcuni locali nella zona del lago e della Valle - dice -. Avevo anche seguito corsi serali per imparare a preparare cocktail. Mi piaceva e ho deciso di seguire questa strada».
Perché andare fino a Dublino per fare il barista? «Perché tanto - confessa Andrea - per lavorare in locali di un certo livello me ne sarei comunque dovuto andare da Pisogne, e a quel punto tanto valeva scegliere una meta che potesse darmi anche la possibilità di imparare l’inglese.
Scartata l’Inghilterra per via della Brexit e delle sue possibili conseguenze, Andrea decide di dirigersi verso l’Irlanda, prendendo un volo per Dublino. «Sono partito allo sbaraglio - ammette -, ma in sole due settimane ho trovato casa e lavoro. All’inizio sono stato ospite di una conoscente, ma sono bastati quindici giorni per diventare autonomo».
Il primo impiego è come lavapiatti, la prima casa in periferia. L’inglese è migliorato in fretta e tre mesi dopo Andrea ha lasciato la cucina per lavorare in sala. Col nuovo anno ha anche cambiato compagnia: oggi lavora al Caffè Cagliostro, nel quartiere italiano della città. «Mi è stata affidata la gestione del venerdì sera e così ho deciso di puntare tutto sull’aperitivo all’italiana, con tanto di buffet. A fine maggio abbiamo fatto il salto e introdotto il pirlo: è stato un successo».
L’aperitivo bresciano è stato promosso dai clienti del bar, anche perché «l’Italia la amano un po’ tutti». «Gli italiani - aggiunge Andrea - sono ben visti per i drink, la cucina e i loro prodotti. L’Irlanda, poi, è in decisa ripresa dopo la crisi, c’è voglia di ricominciare e di crescere».
Le serate del venerdì al Caffè Cagliostro sono a base di eccellenze «made in Italy», non solo con il pirlo, ma anche con i vini della Franciacorta e le prelibatezze del Bel Paese.
A rientrare a Pisogne, almeno per ora, Andrea non pensa: «Le cose qui vanno bene - ammette - e per il futuro non ho piani. Qui non ci si annoia mai, anche se all’inizio non è stato facile costruirmi una rete di amicizie. In ogni pub basta sedersi a un bancone per iniziare a parlare con qualcuno e passarci l’intera serata, però poi ognuno torna alla propria casa senza che si possa pensare di coltivare un’amicizia. Ora le cose sono diverse, ho legato con i colleghi e ho un giro di amici sardi, che qui sono una comunità numerosa».
Dublino, tra le capitali europee, è certamente quella delle multinazionali, da Amazon a Facebook passando per Google. Nei quartier generali di questi colossi lavorano tanti giovani, anche italiani. «Arrivano qui per i colloqui e poi si fermano», dice Andrea che insieme a molti di loro ha scoperto la triade delle eccellenze irlandesi: musica, whisky e birra.
«C’è un detto da queste parti - conclude -: devi solo bere, se mangi vuol dire che stai barando. Dopo la quarta pinta di birra iniziano grandi chiacchierate e si passano le serate».
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