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Cos'è il freddo, tra clima e temperatura dell’animo umano

Non si parla solo di basse temperature ma è anche una percezione fisica che può cambiare tra differenti aree geografiche e nelle epoche
Il gelo è protagonista dei racconti sulla drammatica campagna di Russia - © www.giornaledibrescia.it
Il gelo è protagonista dei racconti sulla drammatica campagna di Russia - © www.giornaledibrescia.it
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Può temprare e dare fastidio, affascinare ma anche uccidere, creare atmosfere speciali nelle quali attrezzarsi per immergersi sorpresi, o dalle quali fuggire senza cedere spazio ad alcun coinvolgimento. Parliamo del freddo, condizione propria della stagione invernale, definito come assenza di una reazione chimica che produce energia e genera calore. Il freddo tuttavia non è circoscrivibile solo alle basse temperature, ma si esprime come una sensazione soggettiva, che varia anche significativamente in base alla percezione personale.

In alcune zone del mondo 18 gradi misurati con la scala termometrica centigrada definiscono un parametro di riferimento sotto il quale si inizia ad avvertire freddo, mentre in altri paesi la maggior parte delle persone prova la stessa sensazione a temperature più basse. Il freddo manifesta la sua influenza su diversi aspetti della società contemporanea, e analogamente è avvenuto nel corso della storia.

Nella storia

Oltre ad avere sconfitto Napoleone, e ad avere contribuito a definire l’andamento di piccole battaglie localizzate e grandi eventi bellici, come accaduto per la Guerra Bianca sull’Adamello, il freddo ha costituito una fonte di ispirazione per numerosi artisti e scrittori. Claude Monet (La gazza), Vincent Van Gogh (Minatori nella neve), Edvard Munch (Paesaggio invernale), Giovanni Segantini (Ritorno dal bosco) e Giuseppe De Nittis (Sulla neve) sono alcuni dei pittori che hanno colto l’ispirazione di paesaggi innevati. «Poscia vid’io mille visi cagnazzi - fatti per freddo; onde mi vien riprezzo, e verrà sempre, de’ gelati guazzi».

Nella Divina Commedia Dante colloca i traditori nel XXXII canto dell’Inferno, nel ghiaccio di Cocito. I dannati sono coperti dal ghiaccio come in bare trasparenti, in una condizione immutabile per l’eternità, glaciali come espressione di un agire guidato da animo e ragione privi di sentimenti umano. Neve e ghiaccio che avvolgono gli uomini e coprono le pianure sono elementi fondamentali delle atmosfere del romanzo «Guerra e pace» di Tolstoj. Analogamente per i libri, sempre attuali e dalla lettura irrinunciabile, di «Centomila gavette di ghiaccio» di Giulio Bedeschi e «Il sergente nella neve» di Mario Rigoni Stern. In queste opere che rievocano le tragedie dei nostri soldati in Russia anche le figure di alcuni Alpini bresciani contribuiscono a dare risalto all’esigenza di bene del cuore dell’uomo, pur nelle più atroci condizioni ambientali e di congelamento dei valori fondanti dell’umanità stessa.

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