Cicloturismo formato famiglia: da Gavardo alla Vélodyssée coi bimbi e bici di recupero
Due più due fa quattro. Numero formato famiglia. Da moltiplicare in questo caso ancora per due: come le ruote di una bicicletta, elemento cardine di questa curiosa avventura. Quella di una coppia di bresciani che lasciata a casa la fatica quotidiana ha caricato i propri pargoli su un carrello al traino ed è partita per attraversare la Francia, pedalando senza fretta. Come in una interminabile domenica mattina della musica leggera nazionale. Con un tocco green, amplificato dal fatto che le bici sono di recupero, solo risistemate per l’occasione.
Stacco pedalando (almeno per un po’)
Multitasking, ritmi frenetici, lavoro e incombenze varie ci cingono d’assedio. Troppo spesso capita a tutti, chi più chi meno, di dover lasciare da parte le proprie passioni e di dedicare ad esse solo pochi ritagli di tempo.
Probabilmente anche per questo chi riesce a invertire la rotta e a ritagliare uno spazio ampio a ciò che ama, si tramuta sempre più spesso in un piccolo grande eroe della quotidianità, invidiato e stimato al contempo. E così, allo stesso modo, diventano eccezionali imprese compiute da persone normali, capaci di guadagnare anche uno spazio di visibilità «globale», aiutati in questo anche dai social network.
Le attività all’aria aperta sono da sempre il terreno preferito per questo tipo di imprese, e il ciclismo – in tutte le sue declinazioni, turistica in primis - ricopre un ruolo di primissimo piano. Contro il logorio della vita moderna, avrebbe detto Ernesto Calindri, l'aria aperta è antidoto prezioso, che significa evasione, salute e relax, tutti momenti che ben si sposano con il concetto di sport.
La sfida
Ciò che più si cerca negli ultimi tempi è la possibilità di conciliare tutti gli impegni con le esigenze familiari e magari riuscire anche a coltivare i propri interessi. Da questa sfida è nata l’idea di una coppia di gavardesi, Gianni e Veronica, che con i due figli di 4 anni e 9 mesi ha deciso di provare una vacanza fuori dai canoni dell’ortodossia da ombrellone. I quattro sono partiti proprio ieri, sabato 27 maggio, per una pedalata di tre settimane che li porterà ad attraversare la Francia alla scoperta della Vélodyssée e del Canale dei due Mari.
La Vélodyssée
La Vélodyssée è la parte francese dell'EuroVelo1, pista ciclabile europea che collega la Svezia al Portogallo e in Francia costeggia l’Atlantico, dalla Bretagna fino ai Paesi Baschi, passando dalla Valle della Loira. Questa ciclabile è parte di quello che dovrebbe essere il progetto europeo di collegamento di tutta la comunità, così come avviene con le linee ferroviarie ad alta velocità. È una ciclovia protetta e sicura con scorci paesaggistici che permettono di vedere boschi, radure e, ovviamente, l’oceano.
La Véloroute des Deux-Mers
Per collegarsi a questa ciclabile i gavardesi pedaleranno accanto al Canal des Deux-Mers, un complesso fluviale costituito dal Canal du Midi che collega la città di Sète, sul Mediterraneo, con Tolosa, e dal canale della Garonna. Un’enorme rete di canali creata fra la seconda metà del Seicento e la prima metà dell'Ottocento per evitare alle merci transalpine la circumnavigazione della Penisola iberica. La ciclabile che la costeggia e che ne assume il nome è la «Véloroute des Deux-Mers»: una lunga strada composta da vie verdi e poco trafficate che oggi è meta turistica per ciclisti di ogni livello, essendo poco impegnativa ed alla portata di tutti.
«Famiglia on bike»
La «Famiglia on bike» - questo il nome scelto per la pagina Instagram dedicata - ha raggiunto la Francia in auto, con due biciclette al seguito e un carrellino appendice carico di tutto ciò che serve per il campeggio e per trasportare i piccoli avventurieri, assieme a diverse borse contenenti vestiti di ricambio e tutti gli accessori del caso. Peso totale da trainare circa 35 kg per Veronica e 60, comprensivi dei bambini, per Gianni.
L’idea
La preparazione dell’itinerario è iniziata nel gennaio scorso con la programmazione delle ferie, la scelta del percorso migliore e alcune uscite domenicali via via più lunghe per testare biciclette, allenare la gamba e provare a stivare tutto l’occorrente per tre settimane di scampagnata.
Ma com’è nata l’idea di affrontare un’avventura così lunga e particolare?
«Viene da lontano, per così dire. Abbiamo sempre desiderato viaggiare e in coppia abbiamo affrontato parecchi itinerari in motocicletta (fino alla Grecia) o a pedali. Due bambini non complicano e non limitano le nostre scelte, semplicemente le cambiano, le arricchiscono, dando ancora più sapore all’avventura.
Perché proprio la bicicletta per un viaggio in quattro?
«La bicicletta è sempre stata parte delle nostre vite, che si trattasse di andare a vedere il Giro d’Italia da ragazzi o pedalare con gli amici, la due ruote è sempre stata lì. È un mezzo di trasporto che viene dal nostro passato, e non solo nostro, e ci proietta verso il futuro, con l’esigenza sempre più stringente di trovare soluzioni green e sostenibili. Per me – spiega Gianni - è come una naturale estensione del corpo, è un gioco con cui ritornare bambino».
Sarà una vacanza avventurosa, non certo da hotel a 5 stelle, giusto?
Sì, partiremo da casa lasciandoci dietro molti dei nostri comfort - raccontava Gianni appena prima di partire, ndr -, dal letto alla televisione per provare a prenderci il nostro tempo, senza ricercare alcun tipo di prestazione. Si tratta solo di ritrovare il tempo per sè stessi, far riemergere quel che siamo, perché sempre rubati e sottratti a fare altro.Come pedalerete? Come vi siete preparati a tutti quei chilometri?
Pedaleremo su due biciclette di recupero, aggiustate e messe a punto, un po’ per rimarcare la filosofia green. Saranno circa 60-70 km di tappa ogni giorno, nel rispetto dei tempi dei bimbi, ma non c’è problema, potremo fermarci in tenda all’occorrenza. Non abbiamo fatto nessun tipo di allenamento specifico, abbiamo uno stile di vita attivo, ci muoviamo in bicicletta molto spesso. Vivere all’aperto e conoscere luoghi e persone nuove sarà la parte più emozionante del viaggio.
Da cosa nasce l’idea di condividere l’esperienza tramite un canale social?
Semplicemente l’idea è quella di condividere con tutti la nostra convinzione, che non bisogna avere timori o farsi frenare nei propri progetti dai bambini piccoli. La speranza, insomma, è di risultare magari di stimolo per altri pedalatori.
Partiti
Il poker di bresciani a pedali ha raggiunto Narbona e dopo due giorni di preparazione con un ultimo test dei mezzi è partita per l’avventura sulla quale non mancheremo di aggiornarvi, che può essere seguita anche tramite la loro pagina Instagram dove, compatibilmente con i tempi di viaggio, mostreranno quanto capiterà loro di scoprire.
L’avventura tempra lo spirito ed innalza l’animo, costruisce esperienze che uniscono: per dirlo con una formula parecchio in voga, è tutto team building. Anzi, in questo caso family building.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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