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Campana: «La bandiere firmate dai bambini mi hanno permesso di concludere Scalo Sogni»

Ruggero Bontempi
L’avventuriero bresciano ha percorso 1.400 chilometri con oltre 31.000 metri di dislivello per sostenere il reparto di Oncoematologia Pediatrica del Civile
Ettore Campana
Ettore Campana
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Ettore Campana è rientrato a Brescia a conclusione di un viaggio nelle terre del Caucaso. La terza avventura del Progetto «Scalo Sogni» ha saputo anche questa volta coniugare le sue passioni per lo sport, la natura e la montagna.

La spedizione che ha portato a termine spostandosi in bicicletta, a piedi e con gli sci non è stata priva di difficoltà, e per questo si è posta, ancora una volta, come motivo di sprone per affrontare scalate quotidiane nel rapporto maturato con i bambini ricoverati nel reparto di Oncoematologia Pediatrica degli Spedali Civili di Brescia.

L’associazione provinciale di Brescia per la Lotta contro i tumori e l’Associazione Bambino Emopatico OdV hanno seguito tutti i giorni il percorso di Ettore valutando in modo utile e positivo l’esperienza esemplare di coraggio, tenacia e motivazione che trasmette ai bambini in cura.

L’itinerario affrontato da Campana ha attraversato la Georgia e anche una piccola porzione della Russia, sviluppandosi per un totale di 1.400 chilometri e oltre 31.000 metri di dislivello positivo superati. 15 è il numero totale di cime salite, delle quali una, il Kazbek, di altezza superiore a 5000 metri.

I numeri tuttavia non contribuiscono a dare la misura del fascino inatteso e allo stesso tempo delle complessità che queste terre racchiudono, a partire dalle infrastrutture viarie, dalle quasi inesistenti strutture ricettive, e più in generale dagli stili di vita completamente diversi da quelli occidentali.

«Le condizioni ambientali che ho trovato non sono state quelle che mi sarei aspettato - ha raccontato Ettore -, con temperature elevate che hanno favorito lo scioglimento della neve e reso difficoltosi gli avvicinamenti alle montagne in bicicletta, spesso percorrendo strade in cattivo stato».

A differenza di molti contesti delle valli alpine, oggi profondamente stravolti dall’urbanizzazione e dalla globalizzazione, tra le montagne caucasiche è ancora la natura autentica l’elemento dominante. Il loro carattere severo e selvaggio propone sfide importanti non solo a livello tecnico e sportivo, ma anche a livello logistico per poterle raggiungere.

Sulle strade il traffico è quasi inesistente e gli animali domestici scorrazzano liberamente. I paesi sono sovrastati da torri medievali che comunicano un fascino arcaico. Non esiste alcun impianto di risalita e per spostarsi in quota talvolta mancano anche i sentieri. Riflette Campana: «Spesso mi capitava di soffermarmi ad osservare il panorama, e pensavo che in luoghi come quelli che ho attraversato qualcuno avrebbe già progettato e costruito un albergo in alta quota e un resort sciistico. La Georgia mi ha permesso di ricordare come dovrebbero essere le montagne, ovvero un luogo che offre condizioni di solenne pace, e non un ambito trasformato per garantire il soddisfacimento dei nostri momenti di svago. Mi rallegra avere sperimentato l’esistenza di luoghi scomodi, di natura autentica, e che richiedono adattamento per essere frequentati».

Cos’ha insegnato questa nuova tappa di Scalo Sogni? «Avere con me le bandierine firmate dai bambini mi ha dato la forza per spingermi oltre e di non perdere mai la fiducia. Spero che quest'avventura sia riuscita ad ispirare anche i bambini, motivando ciascuno ad affrontare la sua personale scalata».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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