Campana: «La bandiere firmate dai bambini mi hanno permesso di concludere Scalo Sogni»
Ettore Campana è rientrato a Brescia a conclusione di un viaggio nelle terre del Caucaso. La terza avventura del Progetto «Scalo Sogni» ha saputo anche questa volta coniugare le sue passioni per lo sport, la natura e la montagna.
La spedizione che ha portato a termine spostandosi in bicicletta, a piedi e con gli sci non è stata priva di difficoltà, e per questo si è posta, ancora una volta, come motivo di sprone per affrontare scalate quotidiane nel rapporto maturato con i bambini ricoverati nel reparto di Oncoematologia Pediatrica degli Spedali Civili di Brescia.
L’associazione provinciale di Brescia per la Lotta contro i tumori e l’Associazione Bambino Emopatico OdV hanno seguito tutti i giorni il percorso di Ettore valutando in modo utile e positivo l’esperienza esemplare di coraggio, tenacia e motivazione che trasmette ai bambini in cura.
L’itinerario affrontato da Campana ha attraversato la Georgia e anche una piccola porzione della Russia, sviluppandosi per un totale di 1.400 chilometri e oltre 31.000 metri di dislivello positivo superati. 15 è il numero totale di cime salite, delle quali una, il Kazbek, di altezza superiore a 5000 metri.
I numeri tuttavia non contribuiscono a dare la misura del fascino inatteso e allo stesso tempo delle complessità che queste terre racchiudono, a partire dalle infrastrutture viarie, dalle quasi inesistenti strutture ricettive, e più in generale dagli stili di vita completamente diversi da quelli occidentali.
«Le condizioni ambientali che ho trovato non sono state quelle che mi sarei aspettato - ha raccontato Ettore -, con temperature elevate che hanno favorito lo scioglimento della neve e reso difficoltosi gli avvicinamenti alle montagne in bicicletta, spesso percorrendo strade in cattivo stato».
A differenza di molti contesti delle valli alpine, oggi profondamente stravolti dall’urbanizzazione e dalla globalizzazione, tra le montagne caucasiche è ancora la natura autentica l’elemento dominante. Il loro carattere severo e selvaggio propone sfide importanti non solo a livello tecnico e sportivo, ma anche a livello logistico per poterle raggiungere.
Sulle strade il traffico è quasi inesistente e gli animali domestici scorrazzano liberamente. I paesi sono sovrastati da torri medievali che comunicano un fascino arcaico. Non esiste alcun impianto di risalita e per spostarsi in quota talvolta mancano anche i sentieri. Riflette Campana: «Spesso mi capitava di soffermarmi ad osservare il panorama, e pensavo che in luoghi come quelli che ho attraversato qualcuno avrebbe già progettato e costruito un albergo in alta quota e un resort sciistico. La Georgia mi ha permesso di ricordare come dovrebbero essere le montagne, ovvero un luogo che offre condizioni di solenne pace, e non un ambito trasformato per garantire il soddisfacimento dei nostri momenti di svago. Mi rallegra avere sperimentato l’esistenza di luoghi scomodi, di natura autentica, e che richiedono adattamento per essere frequentati».
Cos’ha insegnato questa nuova tappa di Scalo Sogni? «Avere con me le bandierine firmate dai bambini mi ha dato la forza per spingermi oltre e di non perdere mai la fiducia. Spero che quest'avventura sia riuscita ad ispirare anche i bambini, motivando ciascuno ad affrontare la sua personale scalata».
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