Outdoor

Attenti alle valanghe: questione di sopravvivenza

Ruggero Bontempi
La conoscenza dei territori e delle tecniche di autosoccorso può fare la differenza tra la vita e la morte per chi pratica lo scialpinismo
Entro la prima mezz’ora le probabilità di salvare una vita aumentano del trenta per cento
Entro la prima mezz’ora le probabilità di salvare una vita aumentano del trenta per cento
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Vivere intensamente i paesaggi innevati in contesti naturali poco frequentati, guadagnarsi autonomamente nella salita il successivo piacere e divertimento della discesa, e assaporare, da soli o in compagnia di pochi amici, una dimensione più autentica della montagna invernale.

Sono queste alcune delle principali motivazioni che spingono verso la pratica dello scialpinismo, uno sport per il quale le recenti precipitazioni nevose hanno aperto nuovi terreni di gioco e spazi di libertà. Il pericolo riconducibile al distacco di masse nevose rimane tuttavia sempre un fattore determinante con il quale fare i conti, per evitare che l’esercizio di questa forma di libertà possa trasformare un’uscita attesa in una tragedia.

Tecniche

La conoscenza delle tecniche di autosoccorso in valanga rappresenta quindi un elemento conoscitivo essenziale, come apprende chi muove i primi passi di avvicinamento allo scialpinismo mediante corsi organizzati, anche nella nostra provincia, su iniziativa di sezioni del Club Alpino Italiano, scuole e guide alpine.

Le statistiche internazionali relative agli incidenti occorsi nel passato mostrano che una persona travolta da una valanga ha una possibilità di sopravvivenza molto elevata, attorno al 92 per cento, se l’intervento di soccorso viene attivato entro il primo quarto d’ora a partire dal momento del seppellimento. Nei minuti che seguono la speranza di sopravvivenza diminuisce in modo drastico, pari al 30 per cento della possibilità di ritrovamento in vita dai 15 ai 35 minuti successivi all’incidente.

Superato questo lasso di tempo mantenersi in vita è possibile solo in presenza di una sacca d’aria o di una fessura che attraversa il manto nevoso. Le cause più frequenti di decesso sono dovute all’asfissia, mentre se la morte giunge prima la motivazione è generalmente causata dalle basse temperature o dalle lesioni traumatiche subite.

Soccorso

Se la zona è coperta dal segnale telefonico i compagni di gita illesi o chi ha assistito ad un incidente possono richiedere in tutta Italia l’intervento del Soccorso Sanitario di Urgenza ed Emergenza mediante il numero 118. Ma è soprattutto l’autosoccorso che può rivelarsi decisivo, a patto di avere maturato prima le conoscenze per eseguire correttamente le fasi di ricerca, di sondaggio e di scavo, e che si disponga dell’equipaggiamento completo necessario, composto da A.R.T.Va. (apparecchio per la ricerca di travolti in valanga), pala e sonda.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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