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Aladino, il genio della lampada e il mistero della grotta in Val Daone

Nuova esplorazione a cavallo tra Brescia e Trento per il Gruppo Grotte Brescia «Corrado Allegretti»: viaggio nelle grotte di Aladino e del Fontanone
  • L'esplorazione in Val Daone del Ggb
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Aladino è il nome di una grotta collocata in Val Daone, a scavalco tra la provincia di Brescia e quella di Trento, che conta circa 8 chilometri di sviluppo tra i calcari metamorfosati dal contatto con il batolite dell’Adamello, e si spinge fino a 350 metri di profondità.

In questo ambiente da «Mille e una notte» il Gruppo Grotte Brescia «Corrado Allegretti», a metà dello scorso mese di settembre, ha fatto rientro per aggiungere una nuova pagina alle storie esplorative, con l’obiettivo di effettuare la giunzione con la nota risorgenza del Fontanone, passando dal sifone del Gat de Marmo.

L’uscita organizzata da Matteo Rivadossi, protagonista delle prime esplorazioni in questa remota cavità, ha inteso supportare, mediante la partecipazione di un gruppo affiatato di speleologi bresciani, le ricerche dello speleosub sloveno Simon Burja.

Il viaggio nelle oscure acque di Burja, tra 15 e 28 metri di profondità, ha consentito di aggiungere circa 300 metri di cunicoli sotterranei allagati, che consentono di avvicinare la meta.

Il 12 ottobre scorso, rinnovando l’imponente sforzo organizzativo di poche settimane prima, il Ggb ha convogliato in quota 25 speleologi provenienti da varie zone d’Italia (compreso il Gruppo Speleologico Camuno) che hanno supportato quattro speleosub in una duplice esplorazione nelle grotte di Aladino e del Fontanone.

Simon Burja è rimasto solo in acqua illuminando e filmando 580 metri di gallerie allagate, spingendo ulteriormente avanti il limite topografico toccato a settembre. In 2 ore e 45 minuti di immersione solitaria, senza mai emergere, ha raggiunto 54 metri di profondità.

Il gruppo dei tre speleosub che si sono immersi nel Fontanone, composto da Gigi Casati, Davide Bernardotti e Andrea Scipioni, non ha avuto invece altrettanta fortuna, ed è stato bloccato dall’irruenza di una grande cascata, alimentata dalle recenti copiose piogge, che si è rivelata insuperabile tra il primo e il secondo sifone.

Nel 2013 Casati si era spinto nel secondo sifone del Fontanone, in una penetrazione di circa 200 metri, fino a 55 metri di profondità. Sarà quindi necessario attendere l’abbassamento delle portate idriche sotterranee per cercare di raggiungere il punto di giunzione tra i due abissi, che dalle misure effettuate e dalle distanze percorse e riportate sulle mappe dovrebbe essere non distante.

Tutto questo comporterà una nuova organizzazione, lunghi avvicinamenti e il faticoso trasporto di delicate e pesanti attrezzature. Ma nessuno si tirerà indietro, e si procederà assieme ancora una volta, nello spirito amichevole, goliardico e di condivisione che caratterizza le attività del Gruppo Grotte Brescia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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