Opinioni

Una notte a cercare stelle cadenti

Egidio Bonomi
Pensieri, desideri e grandi interrogativi in occasione di San Lorenzo
Una stella cadente - Foto unsplash.com
Una stella cadente - Foto unsplash.com
AA

Stelle cadenti: mi sono messo di sentinella, la notte di San Lorenzo, nel cortile di casa, sfidando i bollori agostani, sorgenti dal porfido pregno d’un sole… indeciso se tramontare o dardeggiare da par suo sull’Italico Stivale dei ventotto milioni «maremontagnini» in vacanza (a proposito, fin dall’età più imberbe m’insegue l’interrogativo: come fanno a contarli?).

Dunque, notte sanlorenzina, luci mortificate, buio pizzicato dal risalente chiarore dall’abitato, il gesto quieto del campanile verso una luna che non c’è, soffi labili tra le indolenti foglie dal nocciolo, lì davanti… M’accoglie la panchina di pietra botticinese (quattordici quintali in unico pezzo, a prova di… furto) le annose terga depositate sul lungo cuscino, le pupille rivolte all’inflessibile cielo di cobalto d’una notte che vorrei unica come una perla scaramazza, nell’esprimere un ardente desiderio al primo astro in precipizio.

Il silenzio ha il respiro d’un adagio di Benedetto Marcello, chiudo gli occhi… eh no!!, come posso catturare l’astro dondolante se abbasso le palpebre? Mi concentro, formulo un desiderio intriso di fervore, incurante dello scetticismo in corsa sull’alta velocità della ragione. Ecco, ridacchia lo spiritello che vellica l’animula interiore, non si crede alla religione-religione e poi si abbracciano credenze da religione laica del tutto sghembe. Che abbia ragione la Emma quando mi ripete che bisogna pur credere in qualche cosa? Va beh, vediamo se El Lorèns dei desideri lascia cadere una perla lucente a cui appendere la mia attesa. M’aspettavo una volta celeste trapuntata di miriadi d’astri, ma devo forzare la vista per scorgere qualche rado lumicino tremarello lassù, e mi sovvien un lontano cielo in pieno Sahara, gremito di stelle sgomitanti, dai alza la mano e rubane una manciata…

Chino istintivamente il capo a scanso di torcicollo da posizione eccessivamente fissa, ma poi lo rialzo per non perdere l’attimo in cui San Lorenzo mi farebbe grazia d’un repentino precipitar di favilla astrale. Nulla! Aggiungo un desiderio più… cogente: fa che finiscano le guerre stupide degli uomini stupidi: nulla! Non demordo, insisto da par mio, teutonicamente testardo quasi a piegare il fato, non meno del Santo stellare a cui aggiungo in immaginario volo di cherubini in giubilante errare per le vie celesti… Resisto alle insidie dell’abbiocco traditore, ma mi risveglio dopo non so quanto tempo, avvolto in un talamo d’ombre.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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