Sì all’autonomia differenziata: «Responsabilizza i governatori»

La Lega, dopo più di 40 anni di battaglie, ha finalmente onorato l’impegno preso con i cittadini che, nel Referendum del 22 ottobre 2017, si sono espressi con oltre il 95% di voti a favore dell’Autonomia. Questo risultato rappresenta il primo passo verso un’Italia in cui tutte le regioni potranno correre alla stessa velocità, partendo dalle stesse condizioni e con la garanzia che i livelli essenziali di prestazione saranno garantiti e uguali per tutti.
Attualmente il nostro Paese procede a due velocità, una disparità che molti scelgono di ignorare per puro tornaconto personale. Basta guardare alla sanità: il riparto del Fondo sanitario nazionale assegna circa 2mila euro pro capite a ciascuna regione, ma la Lombardia, pur essendo tra le regioni meno finanziate e accogliendo pazienti da altre regioni, grazie alla sua eccellenza, riceve meno risorse rispetto ad altre aree meno efficienti. Questo dimostra che non basta ricevere fondi: è cruciale saperli gestire al meglio.
L’Autonomia impone una sfida chiara: la classe politica e dirigente dovrà dimostrare di essere capace di amministrare le risorse assegnate. Superare il centralismo, che ha contribuito ad aumentare il divario tra Nord e Sud, significa anche che nessun governatore potrà più scaricare la responsabilità dei malfunzionamenti della propria regione su altri. Con l’Autonomia arriva una piena assunzione di responsabilità, e questo è il vero motivo per cui alcuni la temono. In particolare, alcuni governatori di sinistra, come De Luca, Bonaccini ed Emiliano, che in passato si erano mostrati favorevoli alla gestione diretta di alcune materie, oggi si oppongono all’Autonomia come se fosse una minaccia per il Paese.
È assurdo sentire accuse secondo cui l’Autonomia dividerebbe l’Italia. In realtà, l’Italia è già divisa tra regioni che vanno a velocità diverse. La nostra intenzione è garantire a tutti i cittadini gli stessi diritti e servizi.
C’è chi sceglie di ignorare questi problemi per interesse personale, continuando a strumentalizzare la questione con una propaganda subdola e falsa. A tal proposito sono incomprensibili le dichiarazioni dell’ex sindaco di Brescia Del Bono ora contrario all’Autonomia, ma grande sostenitore nel recente passato. Non ci preoccupano le iniziative, come la raccolta firme contro l’Autonomia, perché crediamo nella democrazia e non abbiamo paura della consultazione popolare.
È curioso, però, che proprio la sinistra, che ha introdotto l’Autonomia con la riforma del Titolo V della Costituzione, ora non ritenga più valida quella riforma. Forse perché il governo di centrodestra e la Lega si stanno impegnando affinché l’Autonomia diventi finalmente realtà, correggendo gli errori del passato.
È chiaro che dietro l’opposizione all’Autonomia ci siano ragioni ideologiche e interessi personali, ma a pagarne il prezzo sono sempre i cittadini, che continuano a subire le conseguenze di una cattiva gestione e di uno status quo che qualcuno vuole mantenere. Questa mancanza di responsabilità istituzionale è inaccettabile.
Noi, al contrario, siamo decisi a dare un nuovo futuro ai nostri cittadini, a partire dai lombardi, che ci hanno chiesto di andare avanti e di far diventare legge l’Autonomia. Abbiamo un tessuto produttivo che merita di essere sostenuto e incoraggiato, e l’Autonomia sarà uno strumento fondamentale per questo scopo. Abbiamo eccellenze da valorizzare e un territorio da far crescere ulteriormente, e l’Autonomia ci aiuterà a farlo. Siamo orgogliosi di affermare che vogliamo essere sempre più competitivi e l’Autonomia rappresenta l’occasione giusta per farlo. Chi preferisce mantenere lo status quo può anche non chiederla, ma la smetta di raccontare bugie ai nostri cittadini.
Simona Bordonali, deputata della Lega
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