Sentenze e linguaggio: c’è un confine tra empatia e responsabilità?

Il linguaggio della giustizia dovrebbe bilanciare l’umanità e l’empatia con la responsabilità istituzionale?
La firma del giudice - Foto Pexels
La firma del giudice - Foto Pexels

Oggi vorrei soffermarmi su tre parole. La prima è «umanamente», la seconda è «comprensibile» e la terza «ripugnante». Le prime due, pur esprimendo un giudizio, sono parole «giraffa». Per dirla con Rosemberg evocano assenza di violenza, empatia, senso di pietà, accettazione delle fragilità umane. La terza indica, a contrario, disgusto, repellenza, rifiuto e fastidio morale. La Comunicazione non violenta andrebbe insegnata a scuola Le prime due sono state posizionate da un giudice all’interno di u

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