Galà dei Bilanci, le star di Brescia per le sfide dell’anno che verrà
Storia e storie. Di inventiva, di coraggio, di concretezza. Di eccellenza. I numeri sono dalla nostra: 1000 imprese, 88 miliardi di fatturato. Che raccontano di voglia di fare, dedizione, consapevolezza, talvolta anche magia, perché si fatica a spiegare altrimenti quei «miracoli» capaci di trasmutare ostacoli in opportunità inedite. Tutto bene dunque? Nient’affatto.
Perché l’analisi del trend in crescita dell’economia bresciana nel triennio post Covid vale sì una celebrazione festosa, ma senza bende sugli occhi: «L’anno che verrà» è carico di incognite. Non tenerne conto può avere un effetto micidiale se è vero, come è vero, che su uno dei «pezzi forti» della nostra economia – quale è l’automotive, che a Brescia significa anche siderurgia, macchine utensili e meccanica – sta per abbattersi una tempesta perfetta. Ecco perché non poteva esserci Galà dei Bilanci senza sguardo (a tratti torvo) in avanti, per esplorare l’orizzonte e serrare i ranghi.
Se non abbiamo certezze su «l’anno che verrà», dobbiamo almeno poter gridare – per citare ancora una volta Lucio Dalla – che «Ci stiamo preparando: è questa la novità». Insieme. Perché la sfida è globale, tecnologica, organizzativa e ambientale ma anche e soprattutto di cultura di impresa e consapevolezza collettiva. Settori dove Brescia crediamo abbia ancora tanto da fare, da dare e da dire. O no?
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