Clima, il 2024 è l’anno più caldo: superata la soglia di +1,5°C

Il superamento della soglia ha un significato speciale perché è uno degli obiettivi che gli Stati stanno cercando di rispettare attraverso gli accordi di politica climatica
Le attività di spegnimento degli incendi a Los Angeles - Ansa © www.giornaledibrescia.it
Le attività di spegnimento degli incendi a Los Angeles - Ansa © www.giornaledibrescia.it
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La notizia è che secondo i servizi scientifici europei e statunitensi il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato a livello globale ed il primo anno solare a superare di 1,5°C i livelli preindustriali. Il problema è che questa non è una vera notizia perché questo risultato era ampiamente atteso. Da anni le emissioni di gas climalteranti ed, in particolare, di anidride carbonica (CO2) stanno aumentando, inasprendo l’effetto serra ed andando ad incrementare il livello della temperatura globale. Tuttavia il superamento della soglia di 1,5°C ha un significato speciale perché è uno degli obiettivi che gli Stati stanno cercando di rispettare attraverso gli accordi di politica climatica.

Con l’Accordo di Parigi del 2015, le Nazioni hanno concordato di provare a limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius rispetto ai tempi preindustriali, o almeno di mantenerlo al di sotto dei 2 gradi Celsius. Questo numero, +1.5°C, rappresenta un importante promemoria simbolico che, salvo enormi cambiamenti nel clima o nell’economia mondiale, ci rammenta la strada che stiamo perseguendo.

È importante dire che questo valore non è una vera soglia di tipo naturale: non implica che se dovessimo superarlo del tutto, il mondo cambierebbe completamente da un giorno all’altro. Rappresenta però un limite che l’uomo cerca di darsi perché, altrimenti, non c’è modo di contenere il processo. Se, per esempio sappiamo che per motivi di salute dobbiamo metterci a dieta e nessuno stabilisce un peso da raggiungere e dei valori degli esami del sangue da controllare, cioè se nessuno ci fornisce alcuni limiti da rispettare, qual è l’incentivo a limitarci? In quale direzione? Il valore di +1.5°C, è un po’ come il limite di velocità in auto. Viene imposto per evitare incidenti e danni. Se in autostrada andiamo oltre i 130km/h siamo in contravvenzione. Ma se andiamo alla velocità di 129km/h non prendiamo la multa ma il rischio alla guida è praticamente identico. I numeri delle politiche climatiche sono le soglie che i «dottori del clima» ci danno per cercare di curare la Terra che ha una temperatura corporea che sta salendo ad una velocità troppo elevata.

I dottori stanno già osservando i segni della malattia, come viene riportato in molte ricerche ed, in particolare, dagli studi del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) delle Nazioni Unite: ondate di calore sempre più intense e letali, aumento del livello dei mari, perdita di biodiversità, siccità più lunghe e tempeste più violente. Non si ha quindi un cambiamento repentino ma un inasprimento dei sintomi, che sono già presenti perché comunque gli esami del sangue della Terra stanno peggiorando. Ad una velocità che sta stupendo e preoccupando gli scienziati anche perché non sanno quando sarà raggiunto il punto di non ritorno e la malattia non sarà più curabile.

A settembre, l’uragano Helene, negli Stati Uniti ha attraversato il Golfo del Messico, trasformandosi da tempesta tropicale in uragano di categoria 4 in poco più di un giorno. Questo processo di «rapida intensificazione» è indicativo di un oceano che si riscalda.

Le immagini dell’alluvione in Spagna (come quello in Emilia Romagna) ed il recente pesantissimo incendio in California, sono tutti i sintomi di un processo che sta andando, sempre più rapidamente, fuori controllo. Troppo poco si sta facendo a livello globale e quindi non stupisce che, ahimè, stiamo superando la soglia di +1.5°C. E, se andiamo avanti di questo passo, supereremo altri valori (nel mirino c’è il valore +2°C). E questo gli scienziati lo sanno. Da anni. E da anni lo dicono.

Quello che deve preoccupare non è esattamente il numero, +1,5°C, ma ciò che esso comporta, cioè i sintomi crescenti e talora cronici che la febbre della Terra sta mostrando. Gli obiettivi di temperatura rappresentano quindi delle barriere di protezione che l’umanità deve adottare per il bene delle nostre comunità, dei nostri ecosistemi e paesaggi. Le soluzioni? Sempre quelle che si discutono da anni: per prevenire il problema dobbiamo adottare politiche di mitigazione, cioè ridurre le emissioni; se però è oramai troppo tardi, come la temperatura sta mostrando, dobbiamo intraprendere politiche di adattamento, come la costruzione di barriere per l’incremento del mare (il Mose per esempio), lo spostamento delle città per non venir colpiti dagli uragani, etc. Ma c’è una bella differenza tra evitare la malattia e curarne i sintomi, una volta che questa si presenta.

Sergio Vergalli è Docente di Politica economica, Università degli Studi di Brescia

e past president Ass. Italiana Economisti dell'Ambiente

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