Opinioni

25 Aprile, Tagliani: «Prima di tutto una festa di fraternità»

La Redazione Web
Riportiamo integralmente l’intervento del presidente nazionale Federazione italiana Volontari della Libertà inviata al nostro giornale
Il bresciano Roberto Tagliani, presidente Nazionale Federazione Italiana Volontari della Libertà (FIVL) - © www.giornaledibrescia.it
Il bresciano Roberto Tagliani, presidente Nazionale Federazione Italiana Volontari della Libertà (FIVL) - © www.giornaledibrescia.it
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Pubblichiamo integralmente l’intervento di Roberto Tagliani, presidente nazionale Federazione italiana Volontari della Libertà, che nello scritto inviato a Nunzia Vallini, direttrice del Giornale di Brescia, si è espresso sul significato del 25 Aprile.

Cara Direttrice,

le scrivo di ritorno da Roma, dove ho avuto l’opportunità di rendere omaggio a papa Francesco insieme a molte altre persone. Nella lunga attesa in piazza San Pietro, ho molto pensato al significato di questo 25 Aprile, e mi permetto di condividere con lei e coi suoi lettori alcune di quelle riflessioni.

Per esperienza personale, posso dire che chi partecipa alle manifestazioni del 25 Aprile lo fa, nella stragrande maggioranza dei casi, con dignità e rispetto, nella consapevolezza piena e matura di ciò che quel giorno rappresenta per l’Italia: le esortazioni alla sobrietà mi paiono fuori luogo.

Chi scende in piazza sa che il 25 Aprile fa memoria festosa della conquista a carissimo prezzo della libertà per tutti, ottenuta con il sacrificio di chi ha messo in gioco la propria vita per restituirci, insieme ai diritti fondamentali, anche la dignità di considerarci un popolo protagonista del proprio futuro. I «ribelli per amore», come li chiamò Teresio Olivelli, non lottarono soltanto contro la dittatura nazifascista, ma anche contro i disvalori che portava con sé: sopraffazione, violenza, persecuzione politica, guerra, fame e miseria. Da veri patrioti, i ribelli s’impegnarono in prima persona per garantire a tutti – anche ai loro persecutori – i diritti inalienabili del singolo e della collettività, legando la libertà all’uguaglianza, la democrazia alla solidarietà, la pace alla giustizia, per tornare a percorrere una via di dignità, di rispetto reciproco, di pace. Lo fecero insieme, fraternamente, mettendo da parte individualità ed egoismi di parte, agendo «per dignità e non per odio».

Per questo il 25 Aprile è prima di tutto una festa di fraternità: perché la libertà non ha alcun senso se non è condivisa, fraterna, accogliente, plurale, giusta e democratica: o è per tutti, o semplicemente non è.

In questi tempi difficili, nei quali la violenza si riaffaccia nelle guerre ma anche nei dissidi personali, nell’aggressività che pervade i comportamenti quotidiani, il 25 Aprile non deve limitarsi a essere un ricordo, ma deve trasformarsi in un impegno di condivisione fraterna. Dobbiamo riscoprire – cristianamente o laicamente – la gioia festosa di essere fratelli: «Fratelli tutti», come ci ha insegnato papa Francesco.

Al di là delle polemiche e dei tatticismi faziosi, il 25 Aprile deve diventare per tutti la festa della gratitudine e della speranza: gratitudine verso chi ha conquistato anche per noi ciò che abbiamo di più prezioso, speranza di poter contribuire con il nostro impegno a quanto rimane ancora da fare. Libertà, giustizia, pace, solidarietà, rispetto dei diritti umani non sono dati una volta per sempre: vanno esercitati, difesi, tutelati, protetti. Si tratta di un’operazione non facile, ma sempre possibile.

Ricordare è importante, e anzi doveroso. Ma lo è ancor di più continuare a percorrere quelle strade, quelle «scelte di libertà» che condussero le nostre madri e i nostri padri a costruire una grande casa comune, che ha in sé la forza e gli strumenti per vivere in pace, prosperità e rispetto. Quella casa è la Repubblica, nata dalla Resistenza; la sua porta di accesso è la Costituzione, che descrive le modalità e le forme per farla funzionare bene. Affinché questo meraviglioso progetto funzioni, occorre alimentarlo con l’impegno di ciascuno, raccogliendo la testimonianza di chi ha lottato per un’Italia migliore. Buon 25 Aprile, cara direttrice, e buon ottantesimo compleanno al suo giornale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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