Tristemente abbracciati
Il terzo lunedì di gennaio è il giorno più triste dell’anno, il blue monday. Ad identificarlo nel 2005 è stato il dottor Cliff Arnall, uno psicologo dell’Università di Cardiff, con una formula matematica che incrociava una serie di variabili. I ricordi dei fasti del Natale si sono ormai spenti (ma a Natale non ci hanno detto che le persone sono stressate per le feste?), le giornate sono brevi e grigie (ma se non piove da settimane e c’è quindi sempre il sole?), il conto in banca è stato pesantemente colpito dai regali (ma farli non era un modo per essere più felici?).
Tutto questo ci trascinerebbe in uno stato di mestizia e stanchezza che proprio oggi raggiungerà il suo culmine. Altro che svegliarsi con il piede sbagliato: sarà un lunedì nerissimo. A me ciò che più innervosisce del lunedì sono quelli che ti dicono che odiano il lunedì, e che ti spiegano che li rattrista pensare ai giorni che mancano al fine settimana. Come se la vita dovesse essere un eterno fine settimana, peraltro da passare ad annoiarsi pensando che forse è meglio lavorare, beninteso finché al lavoro non ci si torna.
Ma siccome, come direbbe Barbara d’Urso, dopo il temporale torna il sereno, ecco l’antidoto al blue monday: il 21 gennaio è anche la giornata degli abbracci. Già vedo persone che camminano in lacrime per strada e altre che si fiondano ad abbracciarle. Immagino le conversazioni. Perché sei triste? chiede uno, lo dice la scienza, risponde l’altro, ti posso abbracciare? chiede il primo, non ti conosco neppure, replica quell’altro, ma è la giornata degli abbracci? E proprio da me dovevi venire?
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato