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Scuola Media Don Bosco, eccellenza contro il (cyber)bullismo

Educare gli studenti al corretto utilizzo degli strumenti digitali è fondamentale per contrastare il fenomeno del cyberbullismo.
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Una minaccia digitale concreta
 

Di fronte all’attuale accelerazione tecnologica, che produce un vero e proprio bombardamento mediatico, quale ruolo spetta a scuola e famiglia? È davvero fondamentale dedicarsi alla scoperta dell’ambiente virtuale, dei media e a una educazione digitale che viene definita come sempre più necessaria? La Scuola Secondaria di Primo grado (ex scuola media) intitolata a Don Umberto Pasini e appartenente all’Istituto Salesiano Don Bosco di Brescia è tra le realtà più attive del territorio in fatto di iniziative dedicate per scoraggiare atteggiamenti violenti. Il suo valore aggiunto sta nel cogliere l’esperienza formativa come opportunità di accompagnamento della crescita armonica dei ragazzi a 360 gradi e si pone come avanguardia di un orizzonte educativo che mette l’eccellenza didattica al servizio delle forze del futuro. 

I numeri spaventano ma bisogna reagire
 

Una prospettiva, quella dell'istituto salesiano, che merita di essere approfondita e diffusa: si sa, i buoni esempi generano facilmente imitazioni. E nel caso del bullismo e della sua versione virtuale occorre che si sensibilizzino quanto prima sempre più scuole. Con il supporto di professori ed educatori, infatti, le insidiose minacce del cyberbullismo devono essere messe sotto gli occhi di chi lo compie e di chi lo subisce: i giovanissimi. A dare l'allarme su un fenomeno tanto subdolo quanto concreto sono i dati: nel 2018 le denunce alla polizia postale per reati connessi al cyberbullismo sono cresciute del 65%, passando dalle 235 del 2016 alle 388 del 2018. La maggior parte delle segnalazioni riguarda minacce, ingiurie e molestie trasmesse via web. Ma a preoccupare è anche l'età sempre più bassa di vittime e cyberbulli, se è vero che – come fa sapere il ministro dell'Istruzione - il 70% degli under 14 è già presente sui social, almeno dagli 11 anni. Cosa fare per contrastare questa crescita incontrollata? Innanzitutto parlarne: in famiglia ma anche in classe. È in questo senso che la scuola media Don Bosco dà un contributo davvero prezioso, vediamo come. 

Il progetto contro il (cyber)bullismo
 

L’elaborazione di strategie coinvolgenti per guidare i giovani a un approccio ragionato e critico nei confronti del digitale è volta a preparare attori responsabili e consapevoli dei contenuti e dei rischi della navigazione in rete. Pericoli che molto spesso varcano il confine virtuale delle chat, giungendo concreti più che mai nel mondo reale, annullando la percezione di ciò che è giusto o sbagliato, bene o male. Proprio per questo, attraverso la realizzazione del laboratorio “Comunicazione e assertività”, le équipe educative, composte da specialisti e docenti presenti in aula, hanno guidato gli studenti alla scoperta degli strumenti digitali più utilizzati, comprendendone le positività e i pericoli che scaturirebbero da un utilizzo privo di regole e coscienza. Successivamente, commentando recenti fatti di cronaca e attraverso l’applicazione del metodo induttivo, ogni studente è stato sollecitato ad interrogarsi sui limiti e sui contenuti che definiscono il gioco (non solo online), comprendendo che quando esso sconfina si entra nel territorio dello scherzo, che può diventare scherno se portato all’eccesso: dinamiche di gruppo per lo più inconsapevoli che trascendono nel (cyber)bullismo.

Quando l'impegno valica i confini dell'aula
 

L'impegno dei professori della scuola media salesiana parte dall'aula per continuare all'esterno. In tale prospettiva l’intero Istituto Don Bosco di Brescia ha aderito a un progetto sperimentale promosso congiuntamente dal Centro Nazionale Opere Salesiane per la Scuola e dalla Ispettoria Salesiana Lombardo-emiliana, che hanno finanziato una ricerca presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. Questa ricerca porterà a elaborare un percorso formativo, destinato a essere diffuso su scala nazionale, nel quale gli studenti del Don Bosco di Brescia figureranno come classi-pilota. Tra i periti esterni coinvolti nel progetto compare il prof. Don Giovanni Fasoli, ormai da tre anni ospite fisso nel percorso di educazione digitale con alunni e genitori della scuola salesiana. Il recente intervento del professore nell’incontro “Play your game – Quando il gioco si fa duro”, svoltosi martedì 10 dicembre presso la sede bresciana, ha chiuso la catena di appuntamenti sul tema. Ha inoltre rappresentato l’occasione per genitori e educatori di approfondire il tema della riflessività, delle relazioni interpersonali, della ricerca del confine perduto tra realtà e finzione, per smascherare la violenza camuffata da gioco e recuperare il significato autentico dello stesso. La scuola e la famiglia hanno il dovere di tornare primari riferimenti di crescita personale, didattica ed educativa, luoghi di scoperta, di innovazione e concretezza. Ogni giorno la Scuola media Don Bosco pianta solide fondamenta in questa direzione, affermandosi a gran voce come eccellenza educativa del territorio bresciano.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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