Malocclusione e ortodonzia invisibile: come ritrovare il sorriso

Dolori articolari, cervicali e mal di denti possono essere sintomi di un problema più radicato
Quando i denti non sono posizionati correttamente - o mancano - possono insorgere problematiche a vario livello. Da un lato si possono verificare inattesi dolori neuromuscolari e articolari, dall'altro possono essere favorite diverse patologie del cavo orale come la malattia parodontale. Ne parliamo con il dottor Paoloantonio Cavellini degli Studi Mezzena che, il prossimo 28 maggio, promuove un open day, nello studio di Concesio, dedicato agli allineatori dentali trasparenti per approfondire, senza impegno, il funzionamento dei trattamenti e per fornire tutte le informazioni del caso.
L’Open Day degli Studi Mezzena
È un open day sugli allineatori dentali trasparenti quello proposto dagli Studi Mezzena per la giornata del 28 maggio in Via Europa 104/A a Concesio. Sarà l’occasione per scoprire personalmente tutti i vantaggi dell’ortodonzia invisibile, per capire bene come funzionano i trattamenti e per iniziare a chiedere informazioni, senza impegno, sui casi personali. «Verificheremo insieme lo stadio di malocclusione. Valuteremo assieme la soluzione migliore dal punto di vista medico ed economico. Prenderemo le impronte dentali con lo scanner intraorale per valutare il caso e previsualizzare i risultati della terapia ortodontica» spiega il dottor Paolo Cavellini.
L’open day nello studio di Concesio è su appuntamento, contattando il numero telefonico 0302753290 o cliccando qui per prenotare la visita sulla pagina dedicata oppure sul sito www.studimezzena.it.
Dottore, come sono legati mal di denti e dolori cervicali?
«Quando i dolori cervicali derivano dal mal di denti la causa è da rintracciare nelle contrazioni neuromuscolari per compensare muscoli della mandibola che vanno in affaticamento a causa di una malocclusione. Quest'ultima infatti fa lavorare male i muscoli mandibolari che possono rimanere contratti e rigidi per breve o lungo tempo».

Com'è articolata la mandibola?
«La mandibola è un osso indipendente che porta l’arcata dentaria inferiore e si articola con le ossa craniche che ospitano l’arcata superiore. Mentre quest'ultima è fissa, l’arcata inferiore si muove con la mandibola che attraverso l’articolazione temporo-mandibolare (ATM) si relaziona in occlusione con essa».
Cos’è una malocclusione?
«Una malocclusione è la conseguenza di arcate dentarie storte o basse oppure anche della mancanza di uno o più denti».
E quando insorge il Disturbo temporo mandibolare?
«Nel momento in cui si manifestano sintomi dolorosi siamo in presenza di un disturbo temporo-mandibolare (TMD). In particolare, la contrazione si rifletterà, per un tentativo di compensazione, sui muscoli nelle vicinanze e, di riflesso, sui nervi presenti nella zona cervicale, causando i sintomi dei dolori cervicali. I nervi coinvolti e/o l’articolazione temporo-mandibolare causano fastidi e dolori che si possono ripercuotere anche sull’orecchio interno essendo in contatto con l'articolazione. Più spesso di quanto si pensi, infine, questo problema è associato al mal di denti».
Cosa può fare il dentista?

«Lo gnatologo si occupa del funzionamento dei mascellari, dei denti e dell’articolazione mandibolare e la soluzione per “rilassare” i muscoli dell’ATM si trova in una piccola mascherina trasparente, detta bite. Realizzata su un simulatore che riproduce i movimenti delle arcate dentarie (articolatore) in base alle impronte del paziente, contrasta i problemi di una scorretta occlusione delle arcate dentarie perché, una volta in bocca, è in grado di portare la mandibola nella posizione corretta. Preparato e fatto portare il bite per un determinato periodo, in seguito a una attenta e scrupolosa valutazione specialistica, il dentista deciderà il piano di trattamento più idoneo alla situazione clinica del paziente in trattamento. Guarendo le problematiche dentali, infatti, spesso passano anche i dolori cervicali».
Nel caso di malocclusioni generate da denti mal posizionati come si può procedere?
«La strada maestra è quella dell'ortodonzia i cui specialisti usano mascherine trasparenti per allineare i denti e correggere le malocclusioni».
Ci spiega come si agisce in questi casi?
«Il primo passo è quello di scattare alcune foto al viso e al sorriso. Quindi, utilizzando uno scanner intraorale si rileva l’impronta digitale delle due arcate dentarie e la loro occlusione. Dopodiché il dentista simulerà il trattamento ortodontico e se sarà soddisfatto dal punto di vista estetico e funzionale, mostrerà al paziente attraverso uno specifico software come apparirà il suo nuovo sorriso una volta giunti al termine del trattamento. Dopo aver ottenuto l’approvazione, il dentista si occuperà di richiedere la realizzazione di allineatori trasparenti modellati sui denti del paziente. Il dentista, quindi, spiegherà il funzionamento ricordando sempre i passaggi determinanti perché la terapia abbia successo. In particolare gli allineatori devono essere mantenuti per almeno 22 ore al giorno (si possono togliere solo per mangiare e lavarsi i denti); le mascherine devono essere sostituite ogni due settimane; occorre seguire fedelmente il programma di visite di controllo pianificate dal dentista durante il trattamento».
Secondo lei quali sono i vantaggi di questa tecnica?
«In sintesi direi che i vantaggi sono i seguenti:
1 - Le mascherine invisibili rispettano l'estetica del sorriso senza farsi notare anche durante il trattamento.
2 - Poiché sono rimovibili, consentono una normale igiene orale, evitando che il cibo possa insinuarsi tra i bracketts e i ferretti come invece accade per l'ortodonzia tradizionale.
3 - Nessun rischio di distacco dal loro posizionamento come accade nell’ortodonzia tradizionale.
4 - I risultati del percorso terapeutico possono essere verificati dallo stesso paziente semplicemente guardandosi allo specchio.
5 - Maggior sicurezza dal punto di vista psicologico. Soprattutto oggi che l’aspetto esteriore è diventato un aspetto cruciale delle relazioni umane, le mascherine invisibili si rivelano determinanti da un lato per il trattamento terapeutico, dall'altro per la continuità della vita sociale sia degli adolescenti (a scuola, con gli amici, ad esempio), sia degli adulti (in particolare quelli che lavorano a contatto con il pubblico)».

E se la malocclusione è causata da denti mancanti, come bisogna procedere?
«Quando la malocclusione genera dolori articolari e neuromuscolari ed è determinata da una mancanza di denti dovuta alle conseguenze di malattie quali carie e parodontite, il consiglio è quello di pianificare un percorso di cura basato sull'implantologia a carico immediato».
Come si procede in questi casi?
«Il primo passo è sempre quello di andare alla ricerca delle cause che hanno scatenato la malattia. Quasi sempre si tratta di batteri che, in bocca, proliferano più velocemente grazie all’umidità costante e alla temperatura corporea di circa 37 gradi. Condizione spesso favorita da predisposizioni genetiche verso la carie e/o la parodontite cronica (familiarità) in grado di contribuire a innescare le problematiche».
Quali danni causano i batteri?
«I batteri causano solitamente danni di due tipi differenti. Possono colpire i denti, inducendo le lesioni cariose (danni alla struttura dentale), e/o il parodonto (tutto ciò che circonda il dente, gengiva, legamento ed osso) provocando un’infiammazione cronica. Questa infiammazione si definisce gengivite, qualora l’infiammazione sia superficiale. Parodontite, invece, quando la compromissione è più profonda e intacca l’osso».
Cos’è la terapia causale?
«Verificata l'origine batterica, occorre rimuoverla per poter poi pianificare il percorso di riabilitazione. Per farlo si esegue la terapia causale che ha il duplice scopo di rimuovere placca batterica e tartaro sopra e sottogengivale (ci pensa l’odontoiatra/igienista durante le sedute in studio). Durante la seduta il paziente apprende le tecniche di igiene orale (spazzolamento e uso del filo interdentale o scovolini) per la rimozione quotidiana della placca. A seconda dei casi può essere necessario un numero di sedute che varia da un minimo di 2 fino a un massimo di 5, di solito con frequenza settimanale. Dopo la terapia, che si esegue una volta nella vita, il paziente entra in un programma di mantenimento con richiami di igiene orale personalizzati in base alla problematica. La loro cadenza è prima mensile, poi trimestrale o semestrale in base alla situazione».
Come avviene la riabilitazione?
«Il paziente viene rivisitato a bocca igienizzata prendendo in esame i supporti diagnostici radiografici (status RX, T.A.C. Cone Beam, Digital Smile Design) e i modelli di studio del caso. A questo punto si elabora un piano di trattamento che può comprendere varie terapie per curare e/o ripristinare i denti mantenibili o sostituirli con impianti dentali. La riabilitazione protesica può essere su impianti e/o su denti naturali e rappresenta la conclusione delle terapie odontoiatriche. Nel panorama odontoiatrico molte sono le alternative tra cui scegliere per tornare a masticare e sorridere, l’importante è trovare la soluzione migliore che garantisca soprattutto un risultato nel tempo con il minor costo biologico».

Possibile che il sorriso torni in 48 ore?
«Nei nostri centri di riabilitazione odontoiatrica è possibile risolvere i casi più semplici come quelli più complessi. Tutto questo in tempi contenuti, entro le 48 ore dalla chirurgia implantologica a carico immediato postestrattiva flapless (cioè con inserimento dell'impianto senza sollevamento del lembo gengivale, senza tagli e punti di sutura). Il successo è legato alla metodica che sta nella perfetta valutazione della forza impressa dall’apposito strumento nell’avvitamento dell’impianto in titanio nell’osso. Tale forza deve essere adeguata perché l'implantologia abbia successo. Grazie a essa, infatti, si effettua la protesizzazione immediata dell’impianto. Il paziente può così masticare normalmente con le protesi che vengono consegnate e avvitate in bocca entro due giorni dall'intervento».
Chi è il dottor Paoloantonio Cavellini
Il dottor Paolantonio Cavellini, Medico Chirurgo Odontoiatra, dal 1992 ad oggi dirige gli Studi Dentistici Vito e Nadia Mezzena, centri di odontoiatria avanzata, con diverse sedi sul territorio lombardo. Dopo una lunga formazione in Parodontologia, Implantologia e Protesi dentaria portata a termine con i maggiori esperti internazionali, dal 2008 frequenta corsi di aggiornamento di Advancing Dentistry presso il Kois Center di Seattle USA, centro di eccellenza mondiale in riabilitazioni dento-facciali, fisse ed implanto-protesiche. Presso lo stesso centro nel 2012 ottiene il titolo di “Graduate” e di “Prosthodontist Recognised Specialist” e nel 2015 quello di “Mentor” ed è membro del “Kois Center Alumni”. Nella pratica professionale il dottor Cavellini si dedica a riabilitazioni implantari e dento-protesiche.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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