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Mal di schiena: quando la chirurgia mini invasiva ti ridà la voglia di vivere

Un caso clinico risolto dal dottor Ambrogio Alberto Lombardini e dal dottor Claudio Ferlinghetti
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Il mal di schiena è davvero

«una brutta bestia, che ti rovina la vita».

Già, il mal di schiena è proprio una brutta bestia: lo dice Mirko, idraulico di 33 anni che ha cominciato a fare i conti con i dolori quando era ragazzo. «Giocavo a calcio, ma ho smesso presto. Nessun trauma sportivo e una vita abbastanza tranquilla. Quasi tutti i giorni sentivo un fastidio alla schiena, ma ci convivevo, ci avevo fatto l’abitudine».
L’abitudine è un equilibrio precario che viene sconvolto con il passare degli anni: «Il dolore è progressivamente aumentato fino a diventare un assillo insopportabile. Mi sono rivolto a molti medici e ho cominciato con antidolorifici e antinfiammatori, ma senza risultati apprezzabili. Intanto il problema si era aggravato al punto che, oltre alla vita quotidiana e di relazione, ci stava andando pesantemente di mezzo il lavoro».
Gli ultimi tentativi con il trattamento del dolore non hanno esito: «Ero imbottito di medicinali. I farmaci alleviavano pochissimo ed in modo discontinuo la sintomatologia, ma nulla era risolto e l’inverno scorso non riuscivo più nemmeno a camminare».
Disperato, Mirko comincia a navigare in Internet. E' la mossa della disperazione: «Mi sono imbattuto in alcune notizie che riguardavano gli interventi del dottor Ambrogio Alberto Lombardini - medico chirurgo specialista in Ortopedia e Traumatologia e chirurgo vertebrale - e mi si è riaccesa la speranza. Quando ho conosciuto il dottore ho capito che ero sulla strada giusta: «Quando ho conosciuto il dottore ho capito che ero sulla strada giusta: cercavo proprio un giovane chirurgo con una visione aperta alle terapie innovative, capace di propormi qualcosa di nuovo e, finalmente, risolutivo».
Il dottor Lombardini prende in carico Mirko e, dopo approfonditi esami, la causa dei dolori è individuata nella spondilolistesi.

La chirurgia è la soluzione prospettata dal dottor Lombardini. Per il chirurgo è necessario ricorrere alla stabilizzazione vertebrale con tecnica mini invasiva, che prevede la liberazione delle radici nervose incarcerate.
Il 24 giugno Mirko viene operato a Parma dal dottor Lombardini - primo chirurgo – e dal dottor Claudio Ferlinghetti – aiuto chirurgo -.

L’intervento, tre giorni di degenza, un mese a casa in riposo relativo per avviare un recupero graduale: «Il giorno dopo l’operazione già stavo in piedi - ricorda Mirko -. Oggi sono davvero un’altra persona, ho una vita nuova. Ringrazierò sempre il dottor Lombardini e la sua equipe che, con sensibilità, umanità e grande competenze mi hanno guidato in questo percorso».
«Il mal di schiena, una brutta bestia, adesso è solo un ricordo».

 

Una patologia che colpisce

una vasta area della popolazione

La spondilolistesi è una patologia che colpisce una vasta area della popolazione, e consiste in uno scivolamento di una vertebra su quella sottostante, con conseguente e definitiva perdita dei normali rapporti fra le due (sub-lussazione).
«Esistono diverse forme di spondilolistesi, ma quelle più frequenti sono due, istmica e degenerativa - spiega il dottor Lombardini -. L’istmica è dovuta alla rottura dell’istmo, il ponte osseo della vertebra che unisce la parte anteriore con la parte posteriore della vertebra stessa. Queste forma si manifesta nei primissimi anni di vita ed una delle principali cause del mal di schiena nei ragazzi.
La forma degenerativa è tipica dell’età adulta e colpisce prevalentemente le donne. La causa è legata ad una particolare conformazione delle faccette articolari che favorisce lo scivolamento di una vertebra sulla sottostante. Può comparire dopo i 40 anni.
In caso di adulti di età superiore ai 60 anni, la malattia degenerativa è di tipo artrosico.
Il sintomo principale della spondilolistesi è il dolore localizzato nella parte bassa della colonna vertebrale (mal di schiena lombare), che tuttavia può essere scarso, o addirittura assente nei giovani o nel caso di spondilolistesi di grado iniziale; diventa moderato-severo, con possibile diffusione a tutto il bacino, i glutei e ad una o entrambe le gambe (dolore simil-sciatico), in caso di spondilolistesi di grado superiore al primo di pazienti anziani con artrosi.
Il dolore tende a peggiorare restando in piedi a lungo, se si compie uno sforzo o un’attività fisica intensa o semplicemente quando si inarca la schiena.
Il percorso diagnostico si avvale di anamnesi ed esame obiettivo, coadiuvato dall’esecuzione di alcuni esami strumentali. Il sospetto di spondilolistesi viene poi confermato da alcuni esami strumentali come: radiografia, risonanza magnetica, Tc».

Quali sono le possibili terapie?

«Le terapie variano in base alla sintomatologia e al grado di scivolamento. La maggior parte delle spondilolistesi viene curata efficacemente con la fisioterapia, il rinforzo muscolare e la somministrazione di farmaci - continua il dottor Claudio Ferlinghetti -. Solamente le spondilolistesi evolutive e quelle non responsive alla terapia conservativa hanno l’indicazione all’intervento chirurgico, che ha lo scopo di ristabilire il corretto rapporto tra le vertebre consentendo al soggetto di ritornare a svolgere le più comuni attività di vita quotidiana, lavorativa e di relazione.
Lo sport non è assolutamente controindicato nei soggetti affetti da spondilolistesi. Anzi, è vivamente consigliata un’attività sportiva per tonificare i muscoli stabilizzatori delle colonna lombare . Pilates, yoga e nuoto sono le attività più indicate».

 

Il male dei Paesi industrializzati

Le patologie della colonna vertebrale sono estremamente diffuse nei Paesi industrializzati: il cosiddetto mal di schiena, ad esempio, colpisce dal 60 all’80% degli adulti, è la causa più rilevante di infermità lavorativa e di disabilità sotto i 45 anni. L'innovazione tecnologica è sempre più in prima linea per risolvere i problemi della colonna vertebrale e la chirurgia vertebrale diventa dunque un terreno di discussione importante, quando interventi in questo ambito possono migliorare la qualità della vita dei pazienti e permettere di svolgere normali attività che sarebbero altrimenti loro precluse.

 

Gli specialisti


L’intervento di artrodesi lombare con tecnica mini-invasiva per un problema di anterolistesi che non rispondeva più alla terapia conservativa che abbiamo descritto è stato eseguito dal dottor Lombardini e dal dottor Ferlinghetti.

Il dottor Ambrogio Alberto Lombardini: laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato a pieni voti con lode presso l’Università degli Studi di Pavia ed il Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, ex dirigente medico di primo livello presso il reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’ospedale Civile di Legnano, autore di pubblicazioni su riviste scientifiche indicizzate e docente e discente di corsi in materia di patologia e chirurgia vertebrale.
Grazie alla sua formazione specifica applica le tecniche terapeutiche e chirurgiche più all’avanguardia nel settore cercando sempre di prediligere la microchirurgia e la mininvasività.

Particolarmente interessato all’applicazione della microchirurgia nel trattamento delle ernie del disco e fautore degli approcci mininvasivi nella patologia degenerativa lombare, il dottor Claudio Ferlinghetti è autore di numerose pubblicazioni e promotore di lavori scientifici nel campo della neurochirurgia e del trattamento delle patologie della colonna vertebrale. Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia e la specializzazione in Neurochirurgia presso l'Università degli Studi di Brescia, ha compiuto un importante esperienza formativa all’Unità di Chirurgia Vertebrale della Clinique de Chenove a Dijon (Francia). Grazie a questa esperienza, a stretto contatto con un luminare nel campo della chirurgia vertebrale come J. P. Lemaire, il dottor Ferlinghetti può applicare oggi le migliori tecniche chirurgiche per il trattamento delle patologie della colonna vertebrale. È inoltre consulente chirurgo per alcune aziende del settore, in qualità di esperto in tecniche mininvasive.
 

I contatti

Il dottor Ferlinghetti e il dottor Lombardini ricevono esclusivamente su appuntamento all’interno del Centro Specialistico Vertebrale Atlante, al primo piano dell’edificio del Conad Superstore di Capriolo, in via Sarnico 37/b.

Per informazioni e prenotazioni: 030-0948545, oppure www.atlantecentrovertebrale.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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