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L'Università conferma: Silver Barrier elimina il coronavirus

Si chiama Silver Barrier il nebulizzatore igienizzante di Teknofog approvato scientificamente: in un minuto disintegra il virus del Covid-19.
Dario Mattioli Ad Teknofog con il Professor Arnaldo Caruso, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Università degli Studi di Brescia e presidente della Società Italiana di Virologia
Dario Mattioli Ad Teknofog con il Professor Arnaldo Caruso, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Università degli Studi di Brescia e presidente della Società Italiana di Virologia
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È tutta bresciana la soddisfazione di aver sviluppato e brevettato un prodotto tanto innovativo quanto attuale. Silver Barrier è il nebulizzatore igienizzante prodotto dall’azienda Teknofog - specializzata nella produzione di nebbiogeni antifurto - e recentemente promosso ufficialmente anche dalla scienza, attraverso ricerche approfondite svolte dall’Università di Brescia e dell’Istituto Zooprofilattico. Il suo principio attivo è risultato più forte anche del coronavirus, dal momento che il tempo impiegato per disintegrare il virus è inferiore al minuto e con una efficacia del 98,7%. «Risultato in tempi record. Brescia si conferma come eccellenza della ricerca». Sono le prime battute di Dario Mattioli, Ad Teknofog, che ora guarda già avanti, verso la qualifica PCM Presidio Medico Chirurgico su Covid-19 e verso l’ottenimento dei brevetti europei.

Le ricerche scientifiche su Silver Barrier: ricerca e mondo produttivo insieme

Silver Barrier garantisce una protezione attiva di 7 giorni contro virus, batteri e muffe su tutte le superfici
Silver Barrier garantisce una protezione attiva di 7 giorni contro virus, batteri e muffe su tutte le superfici

In particolare, la sostanza chimica sottoposta ai test è ottenuta dall’associazione di ioni argento stabilizzanti, rinforzati con l’effetto biocida del Didecildimetilammonio cloruro. Tale composto ha ottenuto il brevetto nel 2015, e da allora Teknofog ha proseguito una collaborazione con l’Università degli Studi di Ferrara per arrivare alla realizzazione di Silver Barrier. Questo dispositivo sfrutta il meccanismo di nebulizzazione del principio per la massima diffusione della barriera igienizzante nell’aria e sulle superfici. La sua efficacia a lunga durata su un ampio spettro di agenti patogeni - garantita al 98,7% fino al settimo giorno dalla singola applicazione - era già stata riconosciuta come virus inattivante sulla generica famiglia dei coronavirus, elemento che aveva aperto a grandi aspettative proprio sugli effetti specifici contro il Sars-CoV2. Dopo 6 mesi di studi quelle speranze si sono trasformate in una solida certezza.

Del coordinamento delle ricerche si è occupato il professor Arnaldo Caruso, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Università degli Studi di Brescia e presidente della Società Italiana di Virologia: durante la pandemia la sua equipe si è distinta per la scoperta degli effetti sul coronavirus del Metotrexato, un farmaco capace di impedire al virus di replicarsi, e per aver isolato anche una variante più attenuata del virus. «La prima sperimentazione di Silver Barrier - spiega il professor Caruso - è stata la più complessa: abbiamo diluito il principio attivo per misurare gli effetti sul virus anche a bassissima concentrazione. Dopo un solo minuto la soluzione con la sostanza disinfettante ha bloccato totalmente l’infettività dell’agente virale. La conferma è arrivata dall’analisi al microscopio dell’Istituto Zooprofilattico, che ha evidenziato la piena disintegrazione dell’organismo, e quindi la sua completa inattivazione. Un risultato importante perché alla base di future applicazioni in grado di rendere salubri molti ambienti delicati come trasporti, scuole, spazi di lavoro, strutture di cura o residenze per anziani. Un esito cui la mia squadra è arrivata grazie a una grandissima preparazione, ma soprattutto in virtù dell’esperienza condotta in questi mesi dalla nostra unità di ricerca, che colloca Brescia tra le prime realtà non solo in Italia per il bagaglio di conoscenza acquisita in ambito virologico. Credo che questo poi sia un grosso successo per tutta l’impresa bresciana, con cui abbiamo un debito di riconoscenza: la ricerca cresce se l’università ha modo di metterla realmente al servizio del mondo produttivo, come è avvenuto in questa circostanza».

Un lavoro di équipe iniziato oltre 5 anni fa

Dopo 5 anni dall’avvio di ricerche e sperimentazioni, Teknofog – impresa associata a Confindustria Brescia – sperava di presentare al mercato il sistema igienizzante Silver Barrier già in occasione di Connext 2020, l’evento annuale che Confindustria dedica al tema di innovazione e sostenibilità. Un appuntamento programmato per lo scorso febbraio, e cancellato però proprio in concomitanza alle prime avvisaglie dell’emergenza Covid-19.

«Possiamo dire che il contesto – afferma l’Ad di Teknofog Dario Mattioli - da un lato ci ha ostacolati, mettendo subito di fronte al nostro prodotto un nemico ancora sconosciuto. Dall’altro però ci ha dato la possibilità di metterci ancora di più alla prova confermando la bontà della strada intrapresa, fatta di metodo, ricerca e continuo perfezionamento. La prova dell’efficacia sul Covid-19 del nostro principio attivo è arrivata in 6 mesi, ma alle spalle avevamo già tutta questa esperienza, al contrario dei tanti sistemi alternativi per l’igienizzazione comparsi sulla scena dopo lo scoppio della pandemia. Oggi il mio grazie va all’Università di Ferrara, all’Università di Brescia e al professor Caruso, oltre ai miei stretti collaboratori Denise Buscio e Michael Bollini. E poi naturalmente ringrazio Confindustria Brescia, che ci ha sempre supportati lungo questa strada, in un periodo non facile per il mondo dell’impresa lombarda».

Ma il percorso per l’affermazione dell’efficacia di Silver Barrier non si conclude qui. Teknofog ha già avviato l’iter per ottenere la qualifica di Primo Presidio Medico Chirurgico su Covid-19 da parte del Ministero della Salute e in parallelo è al lavoro per accreditare il sistema con i primi brevetti di livello europeo, per arrivare a proporre il dispositivo su scala internazionale.

«Esperimenti e test non si fermano - aggiunge ancora Mattioli -: dopo aver accertato gli effetti del nostro principio attivo sul Sars-CoV-2 sono già in corso le verifiche di efficacia sulle differenti superfici con cui entra in contatto una volta nebulizzato attraverso il dispositivo Silver Barrier. E poi ci interessa capire se conferma anche su questa variante di virus il suo maggiore punto di forza: la durata garantita per 7 giorni anche dopo nuove contaminazioni, un plus che lo rende unico tra i prodotti della sua categoria. E devo dire che le sensazioni che abbiamo sono più che incoraggianti».

«Visti gli effetti ottenuti in soluzione ed in tempi brevissimi - conclude Caruso - possiamo ritenere con buone probabilità che il principio attivo di Silver Barrier sia ancora più efficace se applicato alle superfici. Certamente non è il solo disinfettante oggi capace di eliminare il coronavirus, ma lo distingue dagli altri un’attività molto più energica. E così come per i vaccini, ben venga se sul mercato compaiono più armi possibili per contrastare nemici che si possono sconfiggere solo con ricerca e preparazione. E il Covid-19 non è il primo, ma non sarà nemmeno l’ultimo, come dimostrano i nuovi ceppi comparsi in Sud America. Ecco perché mi auguro che tutti questi strumenti, una volta messi a punto, trovino una società ancora attenta e con un maggiore grado di coscienza sui rischi di una condotta non responsabile di fronte a epidemie o pandemie, che come abbiamo visto si paga caro in termini di vite umane».

Per maggiori informazioni su Silver Barrier visita il sito www.silverbarrier.it

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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