Il percorso per una vita senza occhiali
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In un nuovo video di tre minuti, il dottor Emanuele Scuri presenta il centro oculistico STAR 9000 e racconta il percorso tipico di un paziente che vuole sottoporsi all’intervento di chirurgia refrattiva.
Dottor Scuri, perché ha fondato la clinica STAR 9000?
«Abbiamo fondato STAR 9000 con l’obiettivo di fornire il miglior servizio possibile a tutte quelle persone che vogliono migliorare la qualità della propria vita, liberandosi dall’uso di occhiali o lenti a contatto».
Quali difetti visivi possono essere corretti con la chirurgia?
«Con la chirurgia refrattiva si possono correggere tutti i difetti refrattivi, anche di grado elevato: miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia. Per farlo esistono diverse tecniche, ognuna delle quali permette di raggiungere un risultato ottimale, a seconda delle caratteristiche uniche di ogni paziente».
Come si sceglie la tecnica più adatta a ciascun paziente?
«La valutazione pre-operatoria è assolutamente necessaria per definire quale sia l’intervento più adatto. Inizio sempre con un’accurata visita oculistica, per accertare lo stato di salute degli occhi del paziente e la qualità della sua vista. Successivamente i miei collaboratori eseguono tutte le valutazioni necessarie per creare una documentazione e ottimizzare l’intervento in ogni sua fase: con la visita ortottica valutiamo la motilità oculare; con gli esami strumentali misuriamo la lunghezza del bulbo oculare, la curvatura e gli spessori della cornea. Viene inoltre valutata la dinamica pupillare nelle diverse condizioni di luce e vengono esaminate strumentalmente la qualità e la quantità delle lacrime. In alcune strutture l’intervento viene eseguito subito dopo questa valutazione. Noi invece preferiamo lasciare che il paziente abbia tutto il tempo per riflettere sulle indicazioni emerse dopo la visita pre-operatoria: è un passo importante e mi sembra giusto che ognuno lo faccia con i propri tempi».
Cosa succede il giorno dell’intervento?
«Il giorno dell’intervento il paziente viene accolto dai miei collaboratori. Gli vengono ricordate tutte le indicazioni per il percorso post-operatorio e viene preparato con alcune gocce di collirio. Durante l’intervento il paziente non avverte nessun dolore, al massimo un leggero fastidio. Gli interventi avvengono in un ambiente protetto, in piena sicurezza. STAR 9000 è un day surgery, ovvero una clinica medico-chirurgica specialistica in grado di offrire una prestazione chirurgica rapida e qualificata per interventi in cui non è necessaria una degenza di più giorni».
Quando viene rivisto il paziente?
«Il giorno dopo attendiamo il paziente in clinica per la primissima visita di controllo: solitamente è entusiasta del risultato e riferisce di aver trascorso un post-operatorio molto tranquillo. Preferisco vedere personalmente i miei pazienti durante tutte le visite post-operatorie. L’iter che ho definito per loro ne prevede una il giorno dopo l’intervento, una dopo una settimana, una dopo 3 mesi e una dopo 6 mesi. Tutte queste visite sono comprese nel prezzo dell’intervento, sono fondamentali per perfezionare il percorso di stabilizzazione della vista».
Il paziente può tornare alla propria vita in tempi rapidi?
«Ci sono alcune precauzioni cui attenersi per i primi giorni e alcune per i primi mesi, tutte facilmente gestibili. Esistono diversi tipi di intervento ed ognuno ha i suoi tempi di guarigione, ma nella maggioranza dei casi i nostri pazienti possono tornare rapidamente alle loro attività quotidiane. Con le chirurgie più moderne possono tornare alla guida già dal giorno successivo all’intervento».
Perché ha scelto di dedicarsi soprattutto alla chirurgia dei difetti di vista?
«Ho scelto il campo dell’Oftalmologia perché sono molto appassionato di tecnologia e, ai tempi dell’università, mi pareva una specializzazione in cui l’avanguardia tecnologica fosse una componente molto importante e in rapido sviluppo. Nel concreto, esercitando questa professione, ho potuto constatare come questo progresso tecnologico sia in grado di cambiare la vita delle persone. Il medico solitamente incontra il paziente in un momento di difficoltà, quello della malattia. Io ho la fortuna di affiancarlo in un momento felice: un momento in cui ha deciso di migliorare la qualità della sua vita liberandosi dalla necessità di usare occhiali o lenti a contatto».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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