Il mal di schiena si cura. Con l'ozonoterapia e la microchirurgia

Sono sempre di più gli italiani che soffrono di mal di schiena: stando a dati recenti addirittura più dell'80%. Le cause scatenanti sono molteplici: ernia del disco cervicale e lombare, protrusione discale, contusioni muscolari (colpo di frusta), sovraccarico articolare, per citare i più frequenti. Ma che cosa danneggia la nostra schiena? Come si può stare meglio e, in molti casi, anche guarire?
Un disturbo in crescita
Tre quarti degli italiani convivono con una compagnia tanto costante quanto spiacevole, il mal di schiena. Il dolore vertebrale, infatti, è un disturbo diffuso in misura crescente tra la popolazione nazionale senza esclusione di età, dai più giovani agli ultraottantenni. La lombalgia è anche la causa principale di astensione dal lavoro, oltre che il motivo più frequente di visite mediche. A scatenare la sensazione di dolore possono essere molteplici patologie: ernia del disco cervicale e lombare, protrusione discale, contusioni muscolari (colpo di frusta), sovraccarico articolare, per citare i più frequenti. Lo stesso discorso vale per le cause all'origine del loro manifestarsi, che possono risiedere in un fattore di tipo costituzionale (genetico), oppure in condizioni ambientali esterne (quali il lavoro) o ancora cattive posture e, infine, eventi traumatici.
Spesso il dolore non è l'unico sintomo; non di rado capita che alla sensazione dolorosa siano associati disturbi della sensibilità, come formicolio o intorpidimento, senso di stanchezza o perdita di forza a carico dell'arto interessato. Soprattutto quando il mal di schiena si irradia a uno o a entrambe le gambe, dando origine alla patologia nota come sciatalgia.
Come intervenire

Come comportarsi di fronte all'insorgere di queste problematiche? È importante non ignorare né sottovalutare i segnali che manda il corpo, rivolgendosi a un professionista ed evitando di ricorrere a soluzioni fai-da-te. Per capire meglio le possibilità oggi offerte dalla medicina e dalla chirurgia vertebrale lasciamo la parola al dottor Claudio Ferlinghetti, neurochirurgo bresciano specialista nelle patologie della colonna vertebrale.
“Il mal di schiena si manifesta a causa della degenerazione dei dischi intervertebrali (discopatia) e delle faccette articolari (artrosi) che compromettono la stabilità stessa della colonna lombare e che conducono ad una mobilità anomala tra le vertebre con conseguente infiammazione e dolore. Oggi è possibile curare le numerose patologie che affliggono la colonna vertebrale non solo con approcci fisioterapici e trattamenti mirati ma anche con la microchirurgia e con approcci mini-invasivi”.
Come funziona la microchirurgia

Di che cosa si tratta? “La microchirurgia consiste nell’applicazione del microscopio nel trattamento delle patologie della colonna vertebrale. I microscopi di ultimissima generazione consentono di ottenere un ingrandimento fino a nove volte l’occhio umano e di offrire la massima illuminazione del campo operatorio. Grazie a tale avanzata tecnologia si è in grado di decomprimere le strutture nervose all’interno del canale vertebrale con piccolissime incisioni della pelle (2-3 cm), di evitare danni muscolari e di conservare le strutture legamentose ed articolari che danno stabilità alla colonna vertebrale. Il tutto in assenza di perdite di sangue ed in completa sicurezza per il paziente con abbattimento significativo dei rischi e delle complicanze. Il risultato finale è la precoce mobilizzazione del paziente che avviene il giorno stesso o successivo all’intervento. L’ospedalizzazione è breve con dimissione dopo due giorni dall’intervento”.

L'avanzamento tecnologico che negli ultimi anni ha interessato anche la medicina permette oggi interventi impensabili fino a qualche tempo fa. La chirurgia mini-invasiva, infatti consiste nell’esecuzione di piccoli accessi chirurgici che salvaguardano l’integrità dei muscoli. Questi accessi vengono praticati, a seconda dei casi, a livello addominale, al fianco o alla regione lombare. “È possibile oggi sostituire, grazie allo sviluppo di materiali sempre più performanti, un disco malato con un disco artificiale mobile, che permette di salvaguardare il movimento della colonna vertebrale. Il vantaggio di tali interventi mini-invasivi è la rapidità di ripresa. Infatti il paziente si alza il giorno dopo l’operazione con piena libertà di movimento. Senza contare che al termine di un breve periodo di convalescenza il paziente ritorna a svolgere la propria attività lavorativa nonché sportiva”.

Ma quali patologie possono essere trattate con la microchirurgia? Lo specialista spiega che sono numerose, tra queste “l’ernia del disco lombare, la protrusione discale, la stenosi del canale spinale e foraminale, le cisti sinoviali, le discopatie degenerative, alcune deformità della colonna (scoliosi) nonché i tumori benigni delle strutture nervose e meningee (neurinomi, ependimomi e meningimi)”.
I benefici sono evidenti, soprattutto se si prende in considerazione il fattore dell'età. “Se nel giovane adulto tali procedure rappresentano un vantaggio soprattutto per quanto riguarda l’integrità della muscolatura, è nel paziente anziano che offrono un vantaggio superiore rispetto alla chirurgia tradizionale. Si può facilmente immaginare il notevole beneficio a carico del paziente anziano che si alzerà e inizierà a camminare il giorno dopo l’intervento e rientrerà al domicilio in pochi giorni evitando un allettamento prolungato”.
L'ozonoterapia e i suoi benefici

Un altro trattamento efficace per chi soffre di mal di schiena o di dolore cervicale è l'ozonoterapia. Chiediamo al dottor Ferlinghetti di che cosa si tratta. “Non sono in molti a conoscere le potenzialità e le aree mediche di applicazione dell'ozono, che nei casi di ernia discale lombare permette di raggiungere un tasso di guarigione superiore all'80%. L’ozono agisce sul dolore grazie ad un’azione antiinfiammatoria e miorilassante; inoltre aiuta la guarigione favorendo il microcircolo: ne consegue un’accelerazione del processo di essicamento/riassorbimento dell’ernia del disco Non essendo un farmaco, l’ozono non ha controindicazioni, non interferisce con eventuali farmaci assunti dal paziente e non presenta alcun effetto collaterale”.
Per chi si domanda in che cosa consista il trattamento è ancora lo specialista in neurochirurgia di Brescia a rispondere: “La procedura varia a seconda della zona e della problematica da trattare. Nel caso di ernie del disco e/o protrusioni discali lombari, la terapia consiste nell’iniettare l’ozono in sede intramuscolare paravertebrale lombare. Nel caso di contratture muscolari, ernie o protrusioni discali cervicali, l’ozono viene iniettato in sede sottocutanea. Le procedure vengono eseguite utilizzando piccoli aghi in modo da creare il minor disagio possibile al paziente, il quale può riprendere le proprie attività quotidiane dopo il trattamento, lavoro compreso. A seconda dei casi, un trattamento può variare dalle 6 alle 12 sedute”.
A chi rivolgersi

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