Sponsorizzato

Carico immediato flapless: l’innovativa tecnica di implantologia

Gli interventi sono cambiati nel corso degli anni: ritrovare il sorriso è sempre più facile per un paziente
Parte dello staff degli Studi Mezzena, a sinistra il dottor Cavellini. Foto scattata in epoca pre-Covid
Parte dello staff degli Studi Mezzena, a sinistra il dottor Cavellini. Foto scattata in epoca pre-Covid
AA

Gli interventi sono cambiati nel corso degli anni: ritrovare il sorriso è sempre più facile per un paziente

La tecnologia sta avendo un impatto rilevante praticamente in ogni ambito della nostra vita. Non fa eccezione la medicina: nuove e innovative tecniche vengono sperimentate e sviluppate nel migliore dei modi, consentendo di semplificare la vita agli specialisti ma anche, e soprattutto, ai pazienti. Anche gli interventi su carie e parodontite sono cambiati enormemente nel corso degli ultimi anni: il territorio di Brescia e provincia presenta alcune eccellenze a livello nazionale. è il caso, per esempio, degli Studi Mezzena, che grazie all’implantologia a carico immediato riescono a far ritrovare il sorriso ai pazienti in sole 48 ore. Una tecnologia che, se applicata nel modo corretto, assicura dei risultati documentati e snellisce in maniera notevole i tempi, i disagi e i costi rispetto alle procedure eseguite in passato.

 

L’iter da seguire

Gli studi Mezzena si occupano di carico immediato da oltre un decennio. Il primo passaggio è quello della visita e degli esami diagnostici: valutare il caso e pianificare il trattamento nella maniera migliore è il primo passo per affrontare la problematica. «Grazie alla terapia causale - spiega il dottor Paolantonio Cavellini degli Studi Mezzena - che permette di eliminare le cause batteriche della parodontite e della carie, nonché agli interventi chirurgici di riabilitazione successivi con tecnica di implantologia a carico immediato flapless (o altre metodiche a seconda delle condizioni della bocca del paziente) è possibile recuperare il proprio sorriso con protesi fisse avvitate sugli impianti già entro le 48 ore dall’intervento di riabilitazione».

 

In cosa consiste l’implantologia flapless?

«Le tecniche mininvasive sono procedure che comportano minimi disagi e dolore per il paziente, riducendo le complicanze postoperatorie, e richiedono tempistiche di guarigione più rapide e meno invasive. Nel caso dell’implantologia flapless, l’inserimento degli impianti dentali avviene senza la necessità di aprire il lembo gengivale. Non dovrai dunque temere il minaccioso bisturi o i punti di sutura: questa pratica non comporta nessuna ferita chirurgica. Il successo dell’intervento è preceduto da una corretta valutazione e progettazione iniziale da parte dell’odontoiatra e del suo team. Il paziente dovrà sottoporsi ad alcuni esami iniziali, come ad esempio lo status radiografico e la Cone Beam (radiografia delle arcate dentarie in 3D), per permettere al professionista un’analisi accurata. Si tratta di una fase molto importante, in cui viene considerata anche la fattibilità della procedura a seconda della situazione specifica».

 

Come funziona l’intervento?

«Durante l’intervento di implantologia flapless verrà effettuato un piccolo foro sulla gengiva e vi verrà posizionata la radice artificiale in titanio, l’impianto dentale appunto. Il tutto si svolgerà in anestesia locale, non sentirai dunque alcun dolore. In seguito, si procederà con l’applicazione delle protesi in ceramica, create su misura e curate in ogni minimo dettaglio per risultare il più funzionali e naturali possibile».

 

C’è una routine da rispettare dopo l’intervento?

«Purtroppo non tutti sanno che, una volta curate le patologie e ripristinato il sorriso grazie agli impianti dentali, è importante non abbandonare l’abitudine di recarsi periodicamente dal dentista eseguendo i controlli e l’igiene professionale periodica, nel rispetto delle indicazioni del professionista». Per questo motivo, rispettare il calendario di visite di controllo diventa fondamentale: «Per poter godere a vita di una dentatura in piena salute e del proprio ritrovato sorriso, è importante rispettare le scadenze suggerite dal dentista. Chi prende le raccomandazioni alla leggera, preferendo saltare le visite di controllo, non fa altro che prestare il fianco all’attacco dei batteri che torneranno a proliferare provocando danni più gravi di quelli precedenti alla riabilitazione», afferma il dottor Cavellini.

 

Il rischio della perimplantite

Uno dei problemi più frequenti e allo stesso tempo sottovalutato dai pazienti è la perimplantite. Il dottor Cavellini ci spiega di cosa si tratta: «La perimplantite è l'ultimo stadio di un processo infiammatorio che colpisce i tessuti e le mucose intorno agli impianti dentali ed è la conseguenza dell’azione dei batteri ormai fuori controllo. In un primo momento, invece, si parla di mucosite perimplantare, malattia che insorge quando i tessuti molli che circondano l’impianto risultano infiammati. La perimplantite insorge dopo, cioè quando l’infezione diventa più profonda interessando anche i tessuti duri. Questo può culminare nel riassorbimento dell’osso che sostiene la radice artificiale in titanio, fino a determinare mobilità e conseguente perdita dell’impianto. Quando in una bocca riabilitata con impianti si nota un’infiammazione è fondamentale rivolgersi di corsa al proprio dentista».

 

Come si affronta la perimplantite?

«Non è facile da curare, anche una volta impostata la terapia l’esito rimane incerto: è per questo che bisogna assolutamente fare in modo che non insorga attraverso la prevenzione. Il paziente deve occuparsi dell’igiene quotidiana e deve sottoporsi a controlli periodici. L’igiene domiciliare accurata prima di dormire e appena svegli è fondamentale perché durante il sonno si abbassa il livello della saliva che contiene le difese immunitarie a protezione del cavo orale dai batteri. Consiglio tre azioni in modo particolare: la pulizia con filo interdentale ogni giorno prima di dormire e dopo aver terminato di alimentarsi. Esiste un filo interdentale apposito per gli impianti che permette di raggiungere lo spazio al di sotto della corona artificiale e di rimuovere i residui di cibo e la placca. Quindi, la pulizia con lo spazzolino prima di dormire e appena svegli. Infine, la prevenzione professionale, con sedute di igiene personalizzate, incluse quelle soluzioni che abbattono il rischio di riassorbimento osseo su base infettiva», conclude il dottor Cavellini.

 

Ci può raccontare un caso emblematico da questo punto di vista?

«Abbiamo trattato un paziente maschio di anni 60 soggetto a danni parodontali e cariosi, che risultava avere degli elementi dentali posteriori dell’arcata inferiore irrimediabilmente compromessi mentre un sufficiente numero di quelli dell’arcata superiore erano recuperabili previe cure e corone ceramiche integrali fisse per riacquistare estetica e funzione. Come primo step abbiamo gestito le cause batteriche che hanno creato le problematiche odontoiatriche al paziente, attraverso il protocollo di terapia causale che consiste in una serie di sedute igienizzazione profonda e settoriale con insegnamento di tecniche di mantenimento di igiene domiciliare. È stato in seguito eseguito, visionato e studiato lo status radiografico, la Tac Cone Beam, i modelli studio con ceratura diagnostica, effettuato un’analisi fotografica digitale (Digital Smile Design), confrontato le foto storiche e preoperatorie del paziente e raccolto tutti i dati dento–facciali e funzionali, per pianificare un trattamento a 360° che risolvesse a lungo termine tutte le problematiche. Il paziente, dopo aver compreso e accettato il piano di cure, veniva sottoposto alla riabilitazione chirurgica implanto e dento protesica. Per quanto riguardava i denti recuperabili dell’arcata superiore e inferiore sono state rilevate le impronte e preso l’arco facciale (Kois Dento Facial Analizer), che è un dispositivo dotato di laser che ci permette di valutare la corretta forma e posizione dell’arcata superiore rispetto al cranio e faccia, per la realizzazione corretta dei provvisori. I denti posteriori dell’arcata inferiore irrimediabilmente compromessi sono stati estratti, sono stati inseriti gli impianti e al loro posto, raggiunta la stabilità primaria delle radici artificiali, è stata eseguita l’impronta e rilevate le relazioni occlusali. Due giorni dopo sono state consegnate le protesi provvisorie fisse posteriori dell’arcata inferiore avvitate sugli impianti, sono stati preparati i denti e consegnati previa ribasatura e bilanciamento occlusale i provvisori superiori e inferiori. In seguito è stata finalizzata l’arcata superiore, dopo aver trattato gli elementi dentali, con corone definitive in ceramica integrale e avvitate sugli impianti le corone definitive in ceramica posteriori. Per concludere vengono programmati gli appuntamenti periodici di controllo e gestione della causa batterica per mantenere la riabilitazione a lungo nel tempo».

Il paziente prima della riabilitazione implanto protresica a carico immediato flapless
Il paziente prima della riabilitazione implanto protresica a carico immediato flapless

Il paziente al termine della riabilitazione implanto protesica flapless
Il paziente al termine della riabilitazione implanto protesica flapless

Chiudiamo con un messaggio di speranza e perché no, di buon anno.

«Sicuramente! La perimplantite non viene se i denti sono curati. Basta seguire pochi accorgimenti e sedute di controllo e igiene pianificate per assicurarsi molti anni di sorrisi con la propria nuova bocca. Per quanto riguarda il nuovo anno un augurio che sia sereno per tutti i lettori del vostro portale e ai pazienti».

Chi è il dottor Paolantonio Cavellini

Il dottor Paoloantonio Cavellini, Medico Chirurgo Odontoiatra, dal 1992 ad oggi dirige gli Studi Dentistici «Vito e Nadia Mezzena», centri di odontoiatria avanzata, con diverse sedi sul territorio.

Dopo una lunga formazione in Parodontologia, Implantologia e Protesi dentaria portata a termine con i maggiori esperti internazionali, dal 2008 frequenta corsi di aggiornamento di «Advancing Dentistry» presso il Kois Center di Seattle USA, centro di eccellenza mondiale in riabilitazioni dento-facciali, fisse ed implanto-protesiche. Presso lo stesso centro nel 2012 ottiene il titolo di «Graduate» e di «Prosthodontist Recognised Specialist» e nel 2015 quello di «Mentor» ed è membro del «Kois Center Alumni». Nella pratica professionale si dedica a riabilitazioni implantari e dento-protesiche.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato