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Banche: come stare al passo con i tempi e le sfide del presente

Nel 2020 la Banca Valsabbina ha chiuso con un utile netto di 24,3 milioni di euro: esempio virtuoso di visione e tradizione
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Una delle sfide principali per le banche in epoca di pandemia è rappresentata dalla capacità di rimanere al fianco dei clienti riuscendo allo stesso tempo a creare utili con quella attività ordinaria che, in una fase così delicata, diventa di fatto straordinaria. Puntare sull'innovazione del Fintech è stata la scommessa vinta da parte di Banca Valsabbina, un istituto storico nato nel 1898 in provincia di Brescia, a Vestone, e ora anima del territorio. Una banca popolare dalla visione illuminata, capace di chiudere il 2020 con un utile netto di 24,3 milioni di euro: il miglior risultato di sempre, nonostante l'emergenza.

Un ampio ventaglio di possibilità oltre al credito tradizionale 

Immaginando uno sviluppo del settore, già da qualche tempo Banca Valsabbina aveva deciso di unire al credito tradizionale la volontà di guidare la propria clientela verso la disintermediazione di parte della propria leva finanziaria dal mondo bancario, procedendo così a un orientamento più marcato nei confronti della finanza straordinaria, pienamente in linea con i modelli delle imprese europee più dinamiche e al passo con i tempi. La crisi provocata dal virus ha fornito un impulso decisivo: riequilibrare la struttura finanziaria di molte piccole e medie aziende, che devono investire per adeguare i loro modelli di business, è diventata una necessità.

Banca Valsabbina, presieduta da Renato Barbieri e diretta da Tonino Fornari e Marco Bonetti, ha siglato un accordo con la fintech Cardo Al per l'acquisizione tramite aumento di capitale riservato del 9,8% delle quote dell'impresa. Cardo Al è da tempo partner della banca e opera nel mondo della digitalizzazione dei processi di monitoraggio e reporting di operazioni di cartolarizzazione, un asset fondamentale per l'istituto. Diversificare e modernizzare il modello di business, nonché ottimizzare quei processi interni fondamentali per una strategia ampia della banca sono i punti chiave che hanno indotto Banca Valsabbina a perfezionare l'operazione.

La nuova strada: il ricorso al capital market

In vista di un’eventuale nuova crisi, stavolta relativa a problemi finora rinviati grazie alle misure di sospensione dei licenziamenti e di concessione della cassa integrazione, l'Istituto è convinto che il ricorso al capital market possa in parte rispondere ai bisogni delle aziende, offrendo l'accesso ai capitali privati di lungo termine a quelle imprese capaci di sostenere gli oneri collegati all'emissione di strumenti finanziari negoziabili. La quotazione sui mercati azionari è in grande aumento: nel solo 2020, Integrae Sim - partecipata al 26% da Banca Valsabbina - ha portato verso il listino ben 10 delle 18 totali nuove aziende inserite nel mercato in questione, con il ruolo di Nomad Global Coordinator.

L'altro settore nel quale Banca Valsabbina ha deciso di investire in maniera intensa è il private equity e il debt market, senza dimenticare il sostegno alle piccole e medie imprese che sono l'anima del territorio nel quale l'Istituto opera. In un futuro sempre più dematerializzato, con servizi erogati anche al di fuori del settore di competenza, Banca Valsabbina vuole mantenere uno sguardo verso il futuro senza dimenticare il territorio, insistendo su un approccio Fintech che possa aprire un canale complementare a quello bancario tradizionale.

Per maggiori informazioni, consultare il sito www.lavalsabbina.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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