Visano: depuratore storia di uno spreco, e inutile per il Garda

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Chiediamo ospitalità per esprimere alcune considerazioni in merito all’articolo apparso venerdì 11/03/16 a pagina 25 dal titolo: «Collettore del Garda: sì al progetto dell’Ato». Nel testo si sostiene che «il progetto - ha spiegato il Presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli - prevede la realizzazione di circa 80 chilometri di collettori che collegheranno i comuni da Tignale a Padenghe al depuratore di Visano e la realizzazione del collettore da Visano al lago». Va detto, prima di tutto, che il depuratore di Visano è fermo da più di dieci anni, dopo aver funzionato per circa tre ed essere costato circa 20 miliardi delle vecchie lire. A tutt’oggi non sono state chiarite le circostanze che hanno determinato questa situazione e le relative responsabilità. Sta di fatto che anche noi della bassa bresciana abbiamo la nostra cattedrale nel deserto. Secondariamente rileviamo che quell’impianto era sorto per depurare i reflui zootecnici dell’area e gli scarichi fognari dei comuni di Visano, Acquafredda, Remedello, Isorella e Calvisano che continuano a scaricare i loro reflui, non depurati, nei canali e nei fossi della zona con buona pace delle normative nazionali ed europee. Sarebbe quindi tempo di riattivarlo al fine di adibirlo alla sua funzione originaria, anche perché alcuni comuni che lì dovrebbero far confluire i loro scarichi fognari hanno già predisposto da tempo le condutture di collettamento con notevole esborso di denaro pubblico (abbiamo il dato di Acquafredda che è di circa 700mila euro). Infine in merito all’idea di portare a Visano gli scarichi fognari della sponda bresciana del lago di Garda a sud di Tignale, esclusi Desenzano e Sirmione, ci si chiede perché i comuni rivieraschi non possono fare come Limone, Tignale e Tremosine che hanno i loro depuratori magari anche consorziandosi. Tra l’altro è dimostrato che, grazie alle più recenti tecnologie, depuratori di dimensioni limitate funzionano meglio e hanno costi di gran lunga inferiori, sia per la realizzazione che per la gestione. Inoltre, in caso di avaria o altro contrattempo, il danno sarebbe più facilmente controllabile e più limitato. Se tuttavia si vuole realizzare un depuratore unico, lo si faccia a metà strada, oppure in territorio di Lonato, evitando come minimo 30 chilometri di escavazioni e di tubi con un considerevole risparmio di denaro pubblico (30 milioni circa). In conclusione riteniamo il progetto prospettato assolutamente inaccettabile per i motivi già indicati, ma anche perché ispirato dal cosiddetto effetto Nimby (Not In My Back Yard) e cioè dell’idea egoistica e sbagliata di chi pensa di usufruire dei benefici derivanti dal turismo, scaricando sugli altri (in questo caso la bassa bresciana orientale e il mantovano) il problema di reflui fognari derivati dalla massiccia presenza di abitanti e di turisti.

// Pasquale Moffa
Circolo «Margherita Hack» Acquafredda

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