Vicenda cassonetti Cambia lo spartito ma non la musica

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Chiedo ospitalità nel suo giornale per commentare la scellerata scelta del Comune di Brescia di eliminare i cassonetti del verde.

Mi collego alla lettera della signora Alessandra Bontempi per rimarcare l’assurda decisione presa dalla Giunta comunale.

La struttura urbana di Brescia è caratterizzata di una moltitudine di quartieri composti da villette a schiera o da villette bifamiliari con annessi una porzione di giardino/orto.

Scelta risalente alla lungimiranza del beneamato Padre Marcolini che immaginava, per le famiglie, delle piccole e confortevoli case singole che potessero infondere l’anima a numerosi villaggi solidali dotati di chiese, oratori, scuole, servizi per il cittadino, aree verdi, quali orti e giardini, come strumento estetico, di educazione al bello e per uso intelligente e proficuo del tempo libero.

Sì, perché Padre Marcolini aveva avuto l’intuizione che dopo una giornata di duro lavoro dedicarsi al giardino o all’orto sarebbe stata una medicina per l’anima.

Ribadisco che aver tolto i cassoni del verde e costringere i cittadini a conferire gli scarti dei giardini in appositi bidoni o conferirli presso le isole ecologiche non depone a favore di una Giunta vicina ai cittadini, anche perché tutto ciò comporta un aggravio di spese per le tasche degli utenti.

Sono state raccolte moltissime firme per sensibilizzare il Comune a non intraprendere la strada preannunciata ma senza alcun esito la rimozione dei green box è già iniziata.

Sembra quasi che l’amministrazione comunale abbia paura di dimostrare che si possa rivedere la scelta presa, a lor signori dico che rivedere le proprie decisioni non è sinonimo di debolezza bensì di saggezza.
Salvatore Giuffrida

Caro Salvatore,

nei mesi recenti nessun altro argomento ha tenuto banco in questa pagina più dei cassonetti del verde, benedetti o famigerati a seconda dei punti di vista. Se vi diamo ancora una volta spazio non è perché vi sia qualcosa di nuovo, bensì per mettere un punto senza a capo su questa vicenda. Ciò che infatti potevamo fare, cioè dare voce alle moltissime proteste e alle spiegazioni di chi ha ritenuto sensato procedere con la rimozione, l’abbiamo fatto. Se qualcun altro vorrà tornare sull’argomento raccoglieremo volentieri i pareri e ci faremo carico di recapitarli in Comune, memori dello stillicidio che da mesi ci accompagna. Anche perché lei e prima di lei decine di cittadini contrari al provvedimento hanno provato a pizzicare tutte le corde - dall’invettiva alla supplica appassionata, dall’appello al buon senso alla velata minaccia - senza che cambiasse la musica. Dunque non è un problema d’udito, bensì la perseveranza di una scelta. Soltanto il tempo ci dirà se sia trattato di cocciutaggine o lungimiranza. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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