Va messo un freno a questa deriva «anti-istituzioni»
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Lettere al direttore
AA
Scrivo in qualità di consigliere comunale di Fratelli d’Italia, profondamente turbato dal clima di intolleranza e disprezzo per le istituzioni democratiche che ha caratterizzato il dibattito politico a Brescia. Comprendo e rispetto le diverse sensibilità e interpretazioni che possono emergere in Consiglio comunale su temi assai delicati e spesso divisivi. Ritengo però doveroso condannare con fermezza e pubblicamente il comportamento di quei consiglieri comunali che, con dichiarazioni pubbliche offensive e irresponsabili, hanno superato il limite (per me) tollerabile del confronto democratico. Trovo inaccettabile che una esponente della maggioranza abbia definito «neofascista» il Governo italiano in carica, democraticamente eletto. Tale affermazione non solo offende il Governo stesso, ma dimostra una grave mancanza di rispetto nei confronti del Presidente della Repubblica, che ha dato l’incarico a Giorgia Meloni per la formazione dell’Esecutivo e nelle cui mani il Governo ha giurato. Altrettanto grave è la dichiarazione di un altro consigliere comunale, che in aula ha ammesso pubblicamente di aver volutamente violato la legge, partecipando ad una manifestazione vietata dalla Questura. Per lui non esisterebbero manifestazioni autorizzate o non autorizzate ma soltanto il diritto di manifestare, se, con chi e quando si vuole. Ritengo che con questo atteggiamento di sfida alle istituzioni e di arrogante disprezzo per le regole, si legittimino comportamenti violenti e si forniscano deprecabili esempi ai cittadini, soprattutto ai più giovani. È giunto il momento di rimettere al centro del dibattito politico i problemi reali dei cittadini: sicurezza, lavoro, lotta al caro vita, sviluppo della città. Solo lavorando insieme, con rispetto reciproco e spirito costruttivo, potremo dare risposte concrete alle esigenze dei bresciani.
Giovanni Posio
Consigliere comunale
di Fratelli d’Italia in Loggia
C
aro Giovanni,
non abbiamo l’anello al naso, ma restiamo dei romantici e quando un esponente di Fratelli d’Italia giudica offensivo l’epiteto «neofascista» crediamo davvero si stia percorrendo la strada giusta. Precisiamo: sulla democraticità del partito di maggioranza relativa non abbiamo dubbi, tuttavia in politica le parole hanno un peso e non darvi importanza è come usarle con eccessiva leggerezza, da una parte e dall’altra. Così pure sul diritto di manifestare.
È vero che ci sono circostanze in cui i principi valgono più delle regole, ma non in democrazia. In un Paese democratico, dove il manifestare è un diritto, rispettarne le regole è una scelta di civiltà e pure argine contro ogni deriva.
Comprendendo dunque le ragioni di tutti, le sue oggi le sottoscriviamo, senza timore di essere etichettati, forti della nostra autonomia. (g. bar.)
Giovanni Posio
Consigliere comunale
di Fratelli d’Italia in Loggia
C
aro Giovanni,
non abbiamo l’anello al naso, ma restiamo dei romantici e quando un esponente di Fratelli d’Italia giudica offensivo l’epiteto «neofascista» crediamo davvero si stia percorrendo la strada giusta. Precisiamo: sulla democraticità del partito di maggioranza relativa non abbiamo dubbi, tuttavia in politica le parole hanno un peso e non darvi importanza è come usarle con eccessiva leggerezza, da una parte e dall’altra. Così pure sul diritto di manifestare.
È vero che ci sono circostanze in cui i principi valgono più delle regole, ma non in democrazia. In un Paese democratico, dove il manifestare è un diritto, rispettarne le regole è una scelta di civiltà e pure argine contro ogni deriva.
Comprendendo dunque le ragioni di tutti, le sue oggi le sottoscriviamo, senza timore di essere etichettati, forti della nostra autonomia. (g. bar.)
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