Un tuffo nei ricordi di fine Anni ‘70 tra Nave e Bagolino

Lettere al direttore
Lettere al direttore
AA


Di ritorno dalle ferie ho riletto con grande piacere e un pizzico di nostalgia (all’epoca avevo vent’anni!) la bella pagina di Sara Polotti «Quando a Brescia c’era una piccola Gardaland: la meteora Hobbyland», del 28 agosto scorso. Si tratta di una pagina ben strutturata che ripercorre in modo puntuale la breve storia di un progetto che, purtroppo, non riuscì mai a decollare, per lo meno come parco divertimenti. Faccio questa precisazione perché c’è un altro aspetto del progetto Hobbyland, non citato dall’autrice, che ebbe invece miglior sorte: mi riferisco alla discoteca «Paradiso», la cui realizzazione era già prevista nel progetto iniziale, che vide la luce negli anni successivi ed ebbe maggior fortuna, tanto da essere tuttora in attività. E sempre parlando di musica, nella pagina in questione non si fa alcun cenno alla programmazione musicale del biennio 1977/’78 che, documenti alla mano, mi pare meriti di essere ricordata. Scorrendo la locandina del luglio 1978 (che conservo come una reliquia: capirete presto il perché) campeggia nientemeno che il nome di Alan Sorrenti, presentato come «attrazione internazionale», all’epoca famoso per i suoi «Figli delle stelle» (e ancora oggi spesso ospite televisivo) e, una settimana più tardi, «I gatti di Vicolo Miracoli» di Umberto Smaila e Jerry Calà, anch’essi allora sulla cresta dell’onda. Nella programmazione citata figurano poi una decina di appuntamenti, per lo più pomeridiani, consistenti in spettacoli di rock acrobatico, raduni di skate-board, giochi a premi, burattini nonché l’esibizione di altri gruppi musicali minori più o meno noti nel panorama musicale bresciano dell’epoca. A tal proposito, se qualcuno si chiede come faccio a ricordarmi tutte queste cose, la risposta è molto semplice: perché anch’io, all’epoca, suonavo organo e tastiere in una band che si esibì a Hobbyland, come da programma, nel pomeriggio di domenica 23 luglio. Ci chiamavamo «SO2-anidride solforosa». Eravamo sei giovani di Nave e il nostro quartier generale era la trattoria gestita, in località Campanile, dai genitori del cantante e del batterista. Il repertorio spaziava da Venditti & Bennato fino ai Nomadi con qualche ardita incursione, in un inglese maccheronico, nei brani dei Deep Purple e dei Pink Floyd! Erano tempi in cui l’inglese era molto meno diffuso di oggi e nessuno andava tanto per il sottile in fatto di testi delle canzoni, era la forza della musica a dire la sua. Musica che, nel nostro caso, veniva suonata e cantata integralmente dal vivo da una ruspante voce solista, da due chitarre e doppia tastiera, organo e piano, stile Procol Harum, per intenderci. Delle numerose esibizioni del 1977 e di quella, citata, del 1978 ricordo il vivace ma non folto pubblico, le peripezie legate al trasporto dei pesantissimi strumenti ma, soprattutto, le pizze in allegria che chiudevano le performances serali: ci si trovava tutti, parenti, amici, fans, autisti «coatti» (nessuno della band aveva la macchina) in città, Corso Cavour, a far tardi nelle notti agostane. Per chi scrive e altri amici, poi,

il rientro non era a Nave ma a Bagolino, dove passavamo le ferie e giungevamo nel cuore della notte, accolti da una delicata brezza notturna e dal gorgoglìo dell’acqua delle numerose fontane del borgo.
Gianclaudio Vecchiatti
Nave

Caro Gianclaudio,

l’estate è trascorsa eppure lei ci ha fatto fare un tuffo. Un tuffo nei ricordi, che sono il mare calmo che ciascuno porta sempre con sé, a portata di mano. «Chiedi chi erano i Beatles» recita una poesia di Roberto Roversi (su suggerimento di Lucio Dalla diventata poi una canzone degli Stadio) e la risposta è un gioco da ragazzi. Più arduo sarebbe stato: «Chiedi chi erano i SO2-anidride solforosa», ora però potremmo rispondere con cognizione e pure un filo di compiacimento. Per chi apprezza gli amarcord non è poco. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo