Un saluto e un augurio al parroco
Quel pomeriggio di dicembre di 24 anni fa, quando facesti l'ingresso in Santa Maria in Calchera nella veste di parroco, - certamente anche tu, caro don Giuseppe, lo ricorderai - pioveva a dirotto.
Si disse allora tra noi, adattando a nostro uso e consumo il motto riferito alle spose: «Ingresso bagnato, ingresso fortunato» e per noi, parrocchiani e amici, ma pensiamo anche per te, niente di più vero.
Il tuo venire tra noi è stato infatti una grande «fortunata» benedizione. Tu ci hai accompagnato in questi lunghi anni con una presenza costante e discreta, facendo tue le nostre gioie e le nostre speranze, facendo tuoi i nostri dolori e i nostri problemi.
In punta di piedi sei entrato nelle nostre case, in punta di piedi sei entrato nei nostri cuori e li hai conquistati.
L'ascolto, con una particolare attenzione all'altro, è stata la tua arma vincente e, mentre proclamavi la Parola di Dio che alimenta Fede, Speranza e Amore, sapientemente, lasciavi ad ognuno la libertà di accoglierla.
Nel tuo ministero sacerdotale noi riteniamo infatti non sia mai esistita la parola costrizione; ed ecco allora un'altra tua dote: cercare di convincere, senza mai forzare e nel massimo rispetto del pensiero altrui.
Inoltre, quanta umiltà, quanta semplicità, quanta generosità non sbandierata nel tuo vivere, sempre e dovunque.
E poi, chi potrà dimenticare la tua genuina tenerezza per i bambini? Ricordavi tutti i loro nomi e li chiamavi uno ad uno - ed erano tanti - il giorno della loro prima Comunione... avevi prestato la tua voce a Gesù!
E, nell'estremo accorato congedo da questa terra, quante mani si sono strette alle tue mani, mentre un lampo accendeva lo sguardo che poi si spegneva per sempre: tu, con la tua dolorosa intensa partecipazione, accompagnavi l'ultimo respiro con la preghiera della speranza cristiana: «Magnificat anima mea Dominum...»; nell'angoscia del distacco si apriva uno squarcio di Paradiso. Chi ha assistito un proprio caro in quel momento, non potrà dimenticarlo: ti sarà grato per tutta la vita.
Quanto altro avremmo da dire, ma ora, mentre è giunto il momento del commiato da te come parroco, lasciamo che tornino alla mente i ricordi personali, mentre un velo di nostalgia cala sull'anima: non sarai più il nostro Parroco, però sarai sempre il nostro caro amato don Giuseppe al quale ora diciamo: «Grazie, grazie, grazie di tutto, con tutto il cuore».
Per te l'augurio di lunghi anni in serenità e salute, accanto alla tua cara sorella: questo chiede oggi al Signore la famiglia parrocchiale che tu hai creato, che avrai sempre vicina e che avrà sempre bisogno di te, della tua parola, della tua stretta di mano.
Perciò, come dice l'amica Marcella: «Avanti, a Dio piacendo, ne abbiamo ancora di strada da percorrere insieme!»
Lettera firmata
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