Troppi lasciati soli Lo Stato è ingiusto e indifferente

Lettere al direttore
Lettere al direttore
AA


Leggendo la lettera della mamma sola in cerca di aiuto, mi sono sentito addolorato per come sta vivendo. Vorrei esprimere la mia vicinanza a questa donna e dirle che non è sola. Non è giusto che una madre sola deve affrontare tutto questo, soprattutto senza l’appoggio di nessuno. Viviamo in uno Stato ingiusto e indifferente. Spero con tutto il cuore che qualcuno in base alle sue possibilità, ma, soprattutto con un cuore, possa aiutare concretamente questa mamma.
Daniele T.

Caro Daniele,
qualcuno con un cuore c’è stato. Più di qualcuno. Tanto che la situazione di difficoltà segnalata in queste pagine è stata risolta (abbiamo provveduto a tenere aggiornati i molti che si sono interessati e che ringraziamo nuovamente per la generosità dimostrata).

Della sua lettera vorremmo rispondere riguardo l’affermazione che lo Stato sia «ingiusto e indifferente».

In realtà, caro Daniele, dobbiamo essere onesti e ammettere che un’organizzazione (e lo Stato è un’organizzazione) essendo uno strumento risulta per sua natura «indifferente», così come è la vita stessa ad essere «ingiusta», a non rispondere cioè a quelli che sono i nostri criteri di giustizia. Una questione antica quanto il mondo e a cui nessuna organizzazione umana - nemmeno quella statuale - può porre rimedio.

Anzi, il rischio è quello opposto, di illuderci che esista uno Stato sommamente «giusto», scordando che l’attenzione alle persone prevede sempre un occhio e un cuore umano, che sappia prendersi cura di ogni individuo in quanto persona.

Ciò non significa che il nostro Stato non debba impegnarsi per essere il migliore possibile. Ad esempio non smantellando le politiche sociali (di «welfare») che nel corso degli anni lo hanno distinto. Come punto di partenza sarebbe già molto. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia