Trasporto disabili. Un fermo dell’auto che fa discutere

Mi chiamo Paolo Roncari, sono nativo e residente a Brescia e mi è accaduto un fatto increscioso ai danni di nostra figlia, nata con grave disabilità psicomotoria. Possediamo un veicolo adibito al trasporto della stessa e venerdì 4 aprile sono stato fermato dalla Polizia locale per un’ipotetica infrazione stradale. Dal controllo di routine è emerso che il veicolo in oggetto è sottoposto a fermo amministrativo indetto dal Comune di Brescia per una tassa comunale non pagata per un importo di circa 300 euro. Contro ogni logica e decreto governativo, gli organi di Polizia locale mi hanno imposto l’immediato fermo della vettura, applicandomi una sanzione di 1.300 euro, nonostante la legge in materia parli chiaro e qualunque veicolo adibito al trasporto di persone disabili non può essere sottoposto a fermo amministrativo. In ogni caso, sabato 5 aprile mia figlia non è potuta essere accompagnata alla seduta di logopedia. Com’è possibile che un Comune che si lustra di avere tante attenzioni nei confronti delle persone più fragili consenta l’incoerenza degli agenti della locale, ignari dei decreti governativi in materia di codice della strada. Sono pronto e me ne prendo le responsabilità a fornire tutta la documentazione attestante quanto scrivo.
Paolo RoncariCaro Paolo, comprendiamo il suo sfogo di padre, che sarebbe pure il nostro, se ci trovassimo in un’identica situazione. E lo scriviamo senza entrare nel merito di codici e codicilli, mentre - d’istinto - auspicheremmo che la situazione si ricomponga «pro bono», come dicevano i latini, cioè «per il bene di tutti», appellandoci non già all’istituzione Comune, bensì alle persone che lo compongono, affinché invece di alzare gli scudi ed esasperare le divergenze, si mettano nei suoi panni di genitore. D’istinto, abbiamo scritto. Perché, invece, ragionandoci sopra, ci rendiamo conto che così è un mettere entrambi sullo stesso piano. Il rapporto tra cittadino e autorità non però può essere simmetrico: uno infatti rappresenta un potere, l’altro un diritto. Dunque, è dovere del Comune dimostrare che lei ha torto, ma anche nel caso le norme confermassero la correttezza del fermo della vettura, sarebbe nostro dovere denunciarne l’ingiustizia. Se non «de iure», certo «de facto». (g. bar.)
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