Telefono alla guida Via la patente e poi un gran caos

Lettere al direttore
AA
Scrivo non solo per raccontare la mia esperienza, ma per sollevare una questione più ampia: quando una sanzione diventa una punizione cieca, chi paga davvero il prezzo? La mia patente è stata ritirata secondo il nuovo Codice della strada per aver usato il cellulare alla guida, durante una chiamata di lavoro con il vivavoce, per aver portato il cellulare alla bocca, sperando di migliorare l’audio. Un errore, certo, ma quanto pesa? Ogni mattina accompagno i miei bambini a scuola, vado al lavoro a 25 km di distanza (20 minuti con l’auto, un’ora e mezza con i mezzi pubblici). Non c’è stata una valutazione dell’impatto di questa pena, solo un’applicazione meccanica della norma: 5 punti, 250 euro di multa, ritiro immediato con tempi che vanno dai 15 giorni ai 2 mesi. Guido da oltre 30 anni, 28 punti sulla patente, senza mai aver causato danni o incidenti. Una carriera alla guida considerata pari a zero. Ogni giorno calcolo i tempi, gli imprevisti, cerco soluzioni. Se non lavoro, non porto a casa uno stipendio. E ironia della sorte, quello stipendio serve anche a pagare chi queste sanzioni le impone, chi dovrebbe garantire un sistema efficiente e giusto. Eppure, dopo più di quindici giorni, sono ancora nell’incertezza. La mia patente è ritirata, ma non ho informazioni sulle tempistiche. La gestione della pratica è un labirinto burocratico: dal sito la mia patente non risulta ancora registrata, telefonate senza risposte, sportelli su appuntamento, prenotabile tra due mesi, un’attesa snervante senza alcuna informazione chiara. Se un cittadino deve rispettare le regole con precisione, perché lo Stato non è altrettanto efficiente nell’applicarle? Non è solo una questione di sanzioni, ma di rispetto reciproco. Il mio tempo non ha valore? Non si può predicare educazione al codice senza avere un codice di educazione. Non si può togliere un diritto senza gestire con responsabilità le conseguenze. La giustizia non è solo punire, ma garantire equilibrio. Oggi mi sento punita, ma non certo educata.
Una cittadina sconfortata
Carissima,
nel frattempo - abbiamo saputo - la sua situazione si è sbloccata, con una telefonata della Polizia locale che le ha annunciato la fine del provvedimento, dopo venti giorni di ritiro della patente. Resta invece il problema che evidenzia, cioè che alla sanzione stabilita dalla legge si aggiunga il carico di incertezza, confusione, pressapochismo dell’apparato pubblico, con un senso di ingiustizia che fa diventare odiosa una prescrizione sacrosanta (mentre si guida il telefono non si usa, punto).
Uno Stato degno di questo nome si caratterizza invece per procedure semplici, tempi certi, chiarezza d’interpretazione e pari dignità tra cittadino e burocrate, anche nella possibilità di opporsi (ora penalizzante per chi vi ricorre, tanto che quasi tutti preferiscono pagare anche se pensano di avere ragione, piuttosto che rischiare di dover pagare una multa doppia). La differenza tra sanzione e vessazione sta tutta qui. Il ministro Salvini, al prossimo tweet, ne faccia memoria. (g. bar.)
P.S. Considerato che questo è uno spazio anche di servizio, un’informazione per mettere in guardia: toccare il telefono, in auto, è sempre vietato, anche allorché si usi come navigatore, ponendolo in un supporto sul cruscotto.
Una cittadina sconfortata
Carissima,
nel frattempo - abbiamo saputo - la sua situazione si è sbloccata, con una telefonata della Polizia locale che le ha annunciato la fine del provvedimento, dopo venti giorni di ritiro della patente. Resta invece il problema che evidenzia, cioè che alla sanzione stabilita dalla legge si aggiunga il carico di incertezza, confusione, pressapochismo dell’apparato pubblico, con un senso di ingiustizia che fa diventare odiosa una prescrizione sacrosanta (mentre si guida il telefono non si usa, punto).
Uno Stato degno di questo nome si caratterizza invece per procedure semplici, tempi certi, chiarezza d’interpretazione e pari dignità tra cittadino e burocrate, anche nella possibilità di opporsi (ora penalizzante per chi vi ricorre, tanto che quasi tutti preferiscono pagare anche se pensano di avere ragione, piuttosto che rischiare di dover pagare una multa doppia). La differenza tra sanzione e vessazione sta tutta qui. Il ministro Salvini, al prossimo tweet, ne faccia memoria. (g. bar.)
P.S. Considerato che questo è uno spazio anche di servizio, un’informazione per mettere in guardia: toccare il telefono, in auto, è sempre vietato, anche allorché si usi come navigatore, ponendolo in un supporto sul cruscotto.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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