Solidarietà alle donne afgane ormai private di tutto

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Mi piacerebbe far giungere la mia solidarietà alle donne afgane ormai davvero private di tutto.

Difficilmente ascolto musica mentre sono impegnata con le faccende di casa, ma da alcuni giorni, praticamente senza averlo pianificato, mi sono trovata ad accendere musica della mia gioventù e...cantare!
Chiara Albertini

Cara Chiara,

alla sua solidarietà aggiungiamo la nostra, che pur attenti al locale, non scordiamo di appartenere a una realtà più ampia e di sentirci responsabili per ciò che avviene oltre la siepe del giardino di casa.

La repressione delle più elementari libertà, in Afghanistan come altrove, non può passare sotto silenzio e il canto è un bellissimo modo per far sentire la propria voce. Essendo la nostra non proprio angelica, confidiamo nella sua, anche se a contare in questi casi non è tanto l’intonazione, quanto lo spirito e la passione contagiosa. (g. bar.)

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