Settimana corta, una proposta nata dal confronto
La decisione di sperimentare la settimana corta è frutto di una serie di incontri, iniziati un anno fa, che hanno coinvolto Dirigenti Scolastici e rappresentanti dell’Associazione Scuole Autonome Bresciane, che non hanno avuto un filo conduttore di netta contrarietà alla proposta. Attraverso la loro voce abbiamo recepito le perplessità, raccolte in alcuni Istituti, di insegnanti e genitori. È errato dunque pensare che la Provincia agisca senza conoscere i problemi sollevati da famiglie e ragazzi, oltre che dai docenti, che animano la scuola. Insieme al Consiglio Provinciale e ai sindaci della Provincia, farò il possibile per soddisfare tutte le richieste, in particolare quelle relative al trasporto. Ho sempre dato la massima disponibilità al dialogo e all’ascolto, certo è che sono meno incline al dileggio poco rispettoso che si evince da alcune lettere sia nei miei confronti sia nei confronti dell’Ente che rappresento, attaccando peraltro il sottoscritto, nella maggior parte dei casi, in anonimato, celandosi dietro la parola «gruppo» o «rete». Si tratta di una riforma che non solo consente alla Provincia di Brescia di fare economia sulla spesa corrente, ma che permette anche di migliorare la qualità di vita delle famiglie e degli alunni. La settimana corta permette di razionalizzare le spese di riscaldamento e di trasporto stimate fino a un milione e mezzo di euro in parte corrente, cifra che vogliamo destinare alla manutenzione degli istituti. Inoltre, una ristrutturazione del calendario del sistema scolastico, più vicino al modello europeo, restituisce centralità alla famiglia e consente un minor impatto ambientale in termini di traffico e consumi, garantendo una formazione di qualità, come del resto avviene nella maggior parte dei paesi europei. Il gruppo di genitori della rete Garda Valsabbia, che ha scritto una lettera in data 7 febbraio, dovrebbe dunque comprendere che se parlo di didattica e di cultura all’interno della scuola non sto «andando oltre le mie competenze», ma, avendo la «pessima» abitudine di fare politica in modo serio, preoccupandomi delle reazioni negative conseguenti una proposta, cerco soluzioni pratiche e vantaggiose, in grado di azzerare le difficoltà. Si tratta di avviare, a livello provinciale, la sperimentazione di un percorso che molte scuole, anche bresciane, hanno già intrapreso con successo: infatti, se inizialmente la maggioranza di genitori, insegnanti e studenti dichiarava la propria contrarietà alla settimana corta, dopo un periodo di sperimentazione il grado di soddisfazione espresso è elevato, tanto da portarli ad affermare che non intendono tornare ai 6 giorni di lezione. La nostra intenzione, guardando al benessere degli studenti, è quella di concentrare le lezioni, dove possibile, nell’arco della mattina, senza rientri pomeridiani, rivedendo il modello di insegnamento con il lavoro a casa. Un impegno, quello portato avanti dalla Provincia di Brescia, fatto di incontri e di confronti, ben lontano dunque «dall’arroganza e dal potere del politico di turno». In una lettera del 10 febbraio si afferma che non devo rispondere ai cittadini perché da loro non sono stato eletto: rappresento la Provincia in virtù dell’elezione da parte dei sindaci e dei consiglieri comunali e quindi ho l’autorevolezza e la responsabilità necessarie per fare scelte. Per chi fa una netta distinzione tra istituti professionali e licei, pur comprendendo la complessità delle materie, preciso che i licei fanno 27 ore settimanali nel biennio e 30 nel triennio, quindi sono più agevolati rispetto agli indirizzi tecnici che hanno anche 32/33 ore. Avere a disposizione tutti i docenti in organico nell’arco dei 5 gg consente una distribuzione oraria delle discipline più funzionale alle esigenze della didattica e dell’offerta formativa, con un prolungamento sostenibile della mattinata scolastica. Rimango a disposizione, unitamente al Consigliere Provinciale Maria Teresa Vivaldini, per raccogliere ogni rilievo che possa portare un contributo costruttivo.
// Pier Luigi MottinelliPresidente Provincia di Brescia
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