Senza caccia niente cani: ma perché?

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51 anni di caccia responsabile di cui 50 in zona Alpi, massimo rispetto della natura e delle regole, mai un verbale, ma tutto questo non basta per permettermi di continuare a passeggiare tra i miei amati boschi senza fucile, solo con i miei cani.

Dal prossimo anno infatti ho deciso di appendere "al chiodo" il fucile in quanto con i miei 70 anni di età non me la sento più di fare "alzatacce" ma, fino a quando la salute me lo consente gradirei continuare a vivere l'emozione delle passeggiate in montagna con al fianco i miei setter inglesi, il tutto rispettando il calendario venatorio in modo tale da non disturbare la selvaggina.

Una regola anacronistica però me lo impedisce! La legge n. 157/1992 infatti fa divieto a chi non è in possesso della licenza di caccia di uscire tra i boschi o in campagna con i suoi cani, se questi ultimi sono classificati cani da caccia, cosa che non accade per le altre razze; per poterlo fare dovrei per forza rinnovare la licenza, anche se intendo lasciare a casa il fucile per sempre. Dal 1992 tante cose sono cambiate, il bracconaggio ha cambiato natura e le razze di cani per la caccia si sono moltiplicate nel nostro Paese (es. Labrador) infatti se ne conoscono più di 150 ma penalizzate sono solo tre (segugi, setter e breton): per questi motivi trovo vessatorio ed anacronistico dover pagare la licenza di caccia senza voler cacciare!

Io vorrei e così penso anche altri come me, continuare a vivere il mio territorio e, dopo tanti anni di dedizione rispettare le esigenze dei miei cani Red e Ron per cui avanzo una proposta all'assessore Sala: concedere a tutti noi pensionati appassionati di caccia la possibilità di esercitare il proprio hobby armati solo della nostra passione e dei nostri cani!

Franco Bettoni

Sulzano

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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