Segno della pace La stretta di mano non mi garba

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Frequento la Santa messa quando posso e ci vado volentieri, la parola del celebrante l’ascolto con grande interesse, ma c’è una cosa che proprio non riesco a capire, quell’imbarazzante forzatura proposta che diventa quasi un obbligo: scambiatevi un segno di pace! Ma non è sufficiente la parola «la pace sia con voi»?

Nel periodo del Covid la Chiesa con i suoi collaboratori si è comportata in maniera esemplare, luoghi di culto sempre puliti e disinfettati e ogni attenzione su tutto e finalmente abolito quella forzatura della stretta di mano, ho pensato che questo invito fosse per sempre abolito, invece no, ripristinato ancora!

Ma perché? Devo fare la pace con quella brava persona a me accanto? Che male ho fatto? E se involontariamente non porgo la mano rischio di incorrere in uno spiacevole equivoco! A volte fingo di guardare la tela del Moretto o del Balestra per evitare questo imbarazzo! No, questa forzatura non fa per me, io sono un uomo di pace!
Samuele Del Pero
Pralboino

Caro Samuele,

l’indirizzo è sbagliato. Non abbiamo né titolo né merito per rispondere ai suoi interrogativi, per i quali occorre un sacerdote o uno psicologo (dipende se la si considera dal punto di vista liturgico oppure per la repulsione del contatto fisico).

Personalmente, dopo il Covid proviamo un filo d’imbarazzo, perché prima non c’era scelta, mentre ai giorni nostri siamo in quel limbo per cui non si sa se tendere la mano o se glissare in qualche modo, per rispetto dell’altro.

Ci ha fatto sorridere l’espediente che ha trovato, caro Samuele, di fingere di guardare la tela del Balestra o del Moretto. Noi, meno smaliziati, stiamo guardinghi cercando di cogliere nell’altro un segnale chiaro, per non restare con la mano tesa invano o, al contrario, apparendo scorbutici nel non tenderla affatto. Ed è proprio questo l’effetto collaterale positivo che troviamo: da quando c’è incertezza, prestiamo maggiore attenzione all’altro, ricordando che - vuoi con una stretta di mano o con un semplice annuire o con un abbraccio - importante della «pace» è scambiarsela e non tenerla per sé, che oggi più che mai ne abbiamo tutti un gran bisogno. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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