San Vincenzo, la casa d’accoglienza chiede aiuto

AA
Le scrivo nella veste di volontario presso la casa d’accoglienza San Vincenzo. Per una serie di motivi contingenti la struttura è priva di condizionamento e con l’esplosione del caldo la qualità della vita degli ospiti rischia di essere fortemente compromessa. Come ben sa, molte delle persone che vivono nella casa soffrono di patologie non di poco conto. Questa situazione rende ancora più complesso affrontare la quotidianità, soprattutto quando è necessario potersi rialzare a seguito di una caduta. L’altra sera mi trovavo alla casa di Via Giosuè Carducci a Brescia per tenere un breve seminario ed essendo, solitamente, a servizio nelle ore del mattino, non avrei mai immaginato che a ora di cena la temperatura potesse superare i trenta gradi. In alcune stanze la condizione è ancora peggiore. Questa mia lettera è per lanciare un appello alla comunità imprenditoriale del territorio. Il mio obiettivo è stimolare lo spirito esemplare della nostra leonessa, che mostri come il pragmatismo bresciano sia in grado di tendere una mano in modo tempestivo, quando serve, senza tanti giri di parole e condizioni. Penso sia importante ricordarci che sono queste le occasioni che ci riportano alla nostra responsabilità di essere parte di una comunità.
Alfredo Rabaiotti

Ospitiamo e rilanciamo con convinzione l’Sos-caldo dalla Casa di accoglienza San Vincenzo, costretta con i suoi ospiti a convivere con la straordinaria calura di questi giorni a causa di un ritardo nella consegna di un macchinario indispensabile per attivare l’impianto di raffrescamento. Per la consegna sarà necessario attendere l’autunno ed urge un intervento tampone, magari con condizionatori portatili. Alfredo Rabaiotti si appella al pragmatismo e alla generosità dei bresciani e non stentiamo a credere che raggiungerà il suo obiettivo - che facciamo anche nostro - facendo leva su quella stessa generosità che contribuì anche a costruire la nuova San Vincenzo, aderendo alla sottoscrizione lanciata dal Giornale di Brescia con la Fondazione comunità bresciana. Ora, all’indomani del clochard trovato morto sotto un portico in città, l’appello-bis per aiutare chi ospita i senza tetto, certo meno oneroso ma non meno urgente. (n.v.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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