Riformare la scuola Sfida ardua ma affascinante

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Aristotele (384 - 322 a.C.), il grande filosofo intratteneva gli allievi detti «peripatetici», dato che appunto passeggiavano tra i colonnati coperti, riflettendo con il maestro all’ombra di veri e propri paesaggi dell’anima; contesti quindi ben adatti a sollecitare la libera creatività dei giovani, grazie alle dissertazioni letterarie e filosofiche volte alla conoscenza del mondo e alle più profonde riflessioni logiche ed estetiche. Ma, nel corso del travagliato veloce processo di sviluppo della modernità, la scuola, nonostante continue successive riforme, risulta gravata da funzioni istituzionali - anche non proprie - di primaria importanza, rimaste però sulla carta; quindi nella impossibilità di conseguire l’auspicata formazione, la crescita sociale e la partecipazione attiva al dialogo educativo con gli studenti. Infatti, la realtà scolastica è rimasta ingessata nel pantano di strutture e di modelli selettivi dei discenti, di tipo burocratico (come i «voti»), metodicamente improntati a sterile nozionismo; tra l’altro in ritardo spaziale rispetto alle frenetiche innovazioni connesse, in particolare, alla transizione ambientale e alla transizione digitale. Sta comunque che nel nostro Paese l’educazione resta riservata alla famiglia, in base ad una interpretazione riduttiva della dottrina maieutica (arte della levatrice) di Socrate. Un sapere sostanzialmente sganciato dalle necessarie connessioni con le competenze pratiche, nonché con i doveri di educazione civica (a supporto dei diritti di cittadinanza nel turbolento odierno quadro geopolitico). Sarà allora mai possibile realizzare una intesa collaborativa tra il mondo scolastico e le famiglie, al fine di poter intrecciare tra loro educazione e istruzione? Difficile a dirsi, visto il diffuso degrado in cui versa la vaporosa società dell’individualismo egocentrico, società non a caso ora definita «gassosa».
Giuseppe Gorruso
Brescia

Caro Giuseppe,

realizzare «una intesa collaborativa tra il mondo scolastico e le famiglie» non sappiamo se sia possibile, ma è necessario.

A dover cambiare è proprio la sostanza, ricordando che impegno e disciplina (propedeutici a ottenere bei voti e superare gli esami) sono sì importanti, ma il vero scopo dell’istruzione è preparare studenti e studentesse alla vita. Ad essere persone «pienamente umane», insomma.

Per far questo occorre superare l’approccio che ci vuole tutti istruiti con lo stampino, trovando modi - anche con il supporto della tecnologia - per consentire di apprendere a ritmi diversi, di assimilare le conoscenze adatte ai propri interessi e capacità, di pensare in modo creativo ed originale. È questa la grande prova che ci aspetta. Una sfida gigantesca, ma al contempo affascinante. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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