Reati e crimini Leggi troppe blande o solo inapplicate?

Lettere al direttore
AA
Ennesimo omicidio stradale nel vergognoso disinteresse del Parlamento. Qualsiasi crimine che sia un borseggio, un’aggressione, uno stupro, una rapina, un omicidio (anche stradale), un sequestro di persona o altro delitto è la conseguenza di leggi blande ed inefficaci, oltremodo garantiste ed indulgenti, varate nel tempo da legislatori italici stolti e negligenti, mai sufficientemente inasprite dai politici parolai e inconcludenti successivamente eletti in Parlamento. A costoro importa la poltrona, il corposo salario, i benefit e privilegi, molto meno la legalità e la sicurezza dei cittadini di cui non si curano. Con il codice penale i delinquenti ci vanno a nozze. Poco importa se sono bulli metropolitani o mafiosi matricolati, truffatori in giacca e cravatta o spacciatori, pirati della strada o borseggiatori. La colpevole ignavia, l’ostinata indulgenza del legislatore verso i fenomeni criminali costituiscono una gravissima, intollerabile negligenza che costa cara, soprattutto ai soggetti più deboli e vulnerabili. Queste le ragioni per le quali i crimini si ripetono. Il «buonismo» legislativo, continuazione del cretinismo politico con altri mezzi, fa danni e vittime. Il rapporto annuale del ministero dell’interno sulla criminalità è eloquente. La Magistratura, le Forze dell’Ordine costano qualche miliardo di euro ogni anno. Il contribuente dovrebbe riflettere.
Gianluigi Rimedi
Caro Gianluigi,
dissentiamo con fermezza, ma in spirito costruttivo, cominciando con una premessa: siamo dalla stessa parte. Anche a noi qualsiasi crimine fa orrore e vorremmo osteggiarlo, affinché sia garantita per tutti sicurezza. Il disaccordo è nell’individuare come causa dei guai le leggi «eccessivamente blande, garantiste, indulgenti» e «buoniste», come le chiama lei, in vigore in Italia.
Pensare che basti inasprire pene e sanzioni per far diminuire i reati è un’illusione seducente, ma sconfessata dalla realtà dei fatti (un esempio su tutti: nei Paesi in cui gli ordinamenti prevedono la pena di morte non è che il numero di omicidi sia minore). Prima di invocare leggi draconiane, iniziamo con il far rispettare quelle che ci sono già. Sarebbe un buon punto di partenza. (g. bar.)
Gianluigi Rimedi
Caro Gianluigi,
dissentiamo con fermezza, ma in spirito costruttivo, cominciando con una premessa: siamo dalla stessa parte. Anche a noi qualsiasi crimine fa orrore e vorremmo osteggiarlo, affinché sia garantita per tutti sicurezza. Il disaccordo è nell’individuare come causa dei guai le leggi «eccessivamente blande, garantiste, indulgenti» e «buoniste», come le chiama lei, in vigore in Italia.
Pensare che basti inasprire pene e sanzioni per far diminuire i reati è un’illusione seducente, ma sconfessata dalla realtà dei fatti (un esempio su tutti: nei Paesi in cui gli ordinamenti prevedono la pena di morte non è che il numero di omicidi sia minore). Prima di invocare leggi draconiane, iniziamo con il far rispettare quelle che ci sono già. Sarebbe un buon punto di partenza. (g. bar.)
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