Quel ruscello metafora del percorso di vita
Non è facile contrastare nostalgia e curiosità, due sentimenti «canaglia» che ci incalzano e ci rincorrono fino a quando, ad un certo momento della vita, siamo chiamati a dare una risposta. E così, a distanza di decenni, ho cercato quel viottolo di campagna che nella prima fanciullezza era la mia meta preferita per stemperare in solitudine qualche delusione o godere di una buona lettura. Il luogo è rimasto sorprendentemente immutato; intatto, anche se ormai un po’ sbrecciato, anche il muretto che si affaccia sul corso del ruscello ed esalta l’armonia della campagna, un paesaggio amato e cercato nel ricordo della bellezza autentica di una natura incontaminata. Stretta fra il groviglio erboso degli argini ed il vicino campo di mais, l’acqua fluisce ancora con un lieve gorgoglìo e leviga i sassi minuti adagiati sul fondo. In lontananza scorgo il solco di un carro che zigzagando ha impresso il suo passaggio sulla terra ancora umida per la recente pioggia. Rincorro emotivamente l’eco degli antichi rumori e delle voci conosciute, rivedo i volti familiari di un universo di uomini e donne che qui incrociavo e che ora riposano altrove. Un’indicibile suggestione prende il sopravvento: sarebbe bello se anche i luoghi del cuore ci riconoscessero quando andiamo a cercarli, a distanza di tempo, e ci accogliessero in un sottile sussurro di brezza. Incantevole quel lento scorrere dell’acqua del ruscello sottostante che, nell’infinita replica di flebili mulinelli, sembra suggerire un’efficace metafora del percorso della vita, nella concretezza della quotidianità e della sua inevitabile fugacità. L’onda lambisce i ciuffi d’erba che prosperano rigogliosi lungo l’argine, li piega ma non li spezza perché saldamente ancorati alle radici che affondano nel terreno. Può valere anche per noi: quando il sole della terza età si profila basso all’orizzonte, restiamo aggrappati alle nostre abitudini ritagliandoci spazi godibili, rialziamoci fiduciosi dopo qualche affanno e manteniamoci al centro del nostro piccolo universo per coltivare gli affetti, le amicizie sincere e le passioni che ci hanno allietato la vita. Saranno il miglior antidoto alle prospettive in chiaroscuro dell’età che avanza.
// Adriana PasiniBrescia
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