Quel che vi posso dire dell’esperienza della mia malattia
Sono una ragazza di 42 anni alla quale nel 2012 è stato diagnosticato un tumore al seno con linfonodo sentinella positivo. Scrivo questa lettera per raccontare in breve la mia esperienza, sperando possa essere d’aiuto a tutte quelle donne che hanno avuto o che stanno avendo il mio stesso bruttissimo problema; quindi a quelle donne che hanno subito o subiranno (salvo variazione del protocollo) una mastectomia con rimozione dei linfonodi nel cavo ascellare. La conseguenza di tale operazione è per la maggior parte dei casi il linfedema al braccio e limitazione nell’uso del braccio stesso. Per alleviare tutto ciò è bene sottoporsi periodicamente a massaggi linfodrenanti, fasciature e per chi ha la possibilità ginnastica in acqua mirata. Ora, nonostante ritengo che a Brescia abbiamo la fortuna di avere delle strutture ospedaliere all’avanguardia con medici di ottimo livello sia dal punto di vista professionale che umano, penso che in ogni città ci sia un fiore all’occhiello per quanto riguarda le varie specializzazioni. Per risolvere, per sempre, il problema del linfedema mi sono rivolta all’Ospedale San Martino di Genova nel reparto di Chirurgia dei linfatici dove sono stata sottoposta a un intervento di «Microchirurgia Derivativa/Ricostruttiva Linfatico Venosa Multipla». Intervento che permette di riavere un braccio «normale» sia dal punto di vista funzionale che estetico in quanto il braccio si è notevolmente sgonfiato. Io sono venuta a conoscenza di questa soluzione parlando con una signora che ha fatto il mio stesso percorso. È bene sapere inoltre che non devono passare tanti anni dall’intervento al seno per buona riuscita dell’operazione, io sono arrivata al limite dato che sono trascorsi 5 anni. Specifico che sia la visita che l’intervento sono gratuiti. Ringrazio il direttore del Giornale di Brescia se vorrà pubblicare la mia lettera al fine di far conoscere questa possibile soluzione che sicuramente migliora la vita di noi donne messe già precedentemente a dura prova.
// Roberta M. Gentile Roberta, do risalto alla sua lettera per due motivi. Primo: per l’importanza che la sua segnalazione può avere per le persone che sfortunatamente dovessero trovarsi ad affrontare una situazione come quella da lei vissuta. In questo campo, la condivisione di informazioni e di esperienze è assolutamente vitale perché rincuora e dà coraggio nei momenti difficili, attestando che vi sono possibili strade da percorrere per potercela fare… Secondo motivo: per la forza d’animo che manifesta nel raccontare e mettere a disposizione degli altri le sue personali vicissitudini. Non è una cosa facile da fare né scontata, e di questo dobbiamo esserle grati. Con un caro augurio per tutto. (g.c.)Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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