Quel cantiere edile non ci convince Vogliamo risposte

Lettere al direttore
Lettere al direttore
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Vi scrivo per portare alla vostra attenzione un caso di edilizia dove le istituzioni ignorano i cittadini, dove le leggi esistono solo per chi non ha il potere di aggirarle. Abbiamo raccolto prove, segnalato anomalie, chiesto trasparenza. Ci hanno risposto con il silenzio. Dopo quasi un anno, è il momento di rompere questa cappa di omertà. Ecco i fatti. A Cellatica, cresce un cantiere che sfida le regole. L’abbiamo visto, l’abbiamo denunciato. Abbiamo incaricato un ingegnere, e la sua relazione è chiara: altezze fuori norma, pendenze sbagliate, costruzioni oltre i limiti. Abbiamo incaricato un avvocato, che ha scritto al Comune più volte senza ricevere risposta. Silenzio. E mentre la burocrazia finge di dormire, scopriamo che il costruttore ha ottenuto l’approvazione di una variante. Una variante con vizi di forma, di contenuto e tempi. E allora ci chiediamo: chi ha firmato, chi ha lasciato passare, chi ha deciso che le regole valgono per noi e non per loro? Questo non è solo un abuso edilizio. È un abuso di potere. È la legge del sopruso, del cittadino che si dimena invano dentro il recinto costruito per contenerlo. Noi abitiamo questo recinto. Lo abitiamo con la nostra fede nella giustizia, e intanto guardiamo il cemento salire e farsi obliquo come un delirio geometrico sotto il sigillo dell’amministrazione. Poco importa che il nostro tecnico abbia rilevato irregolarità su irregolarità. Ma non saremo silenziosi. Se c’è un giudice, che giudichi. Se c’è ancora un senso di giustizia, che parli. Ma se la legge è solo un gioco di ruoli e connivenze, allora ditecelo, senza vergogna: diteci che questo paese appartiene a chi lo compra, e non a chi lo viv e.
Vedeta Mani
e altri cittadini di Cellatica

Cara Vedeta,

questo è uno spazio di libertà e accogliamo il vostro appello, omettendo l’esatta ubicazione in cui il cantiere si trova. Un’informazione essenziale che abbiamo girato al Comune, poiché più della disputa tra vicini ci preme che la parte pubblica non risulti distratta e una risposta la dia. Attendendo fiduciosi che il sonno della burocrazia sia soltanto apparente e per interromperlo, più che un giudice, basti una sveglia. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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