Quei posti infelici riservati a teatro per chi è disabile

Lettere al direttore
Lettere al direttore
AA
È f a cile essere disabile, oggi? Febbraio 2025? Non sono più gli anni passati, certo. Ora abbiamo un sacco di diritti... dicono. Mi chiamo Eleonora, ho una sindrome rara che mi porta un’invalidità dell’80%, con problemi di deambulazione. Sarà che, forse, sono poco tollerante? Troppo polemica? Ma quanto è bello il teatro? Avere quelle ore di relax, di divertimento, di svago? Quanto è bello portare i nostri bambini, sia quelli che corrono sulle loro gambe, che quelli sulle ruote, a divertirsi? Tutti insieme? O quanto è bello portare tua moglie, o tuo marito, fratello... padre, madre... che si sposta sulla sedia a rotelle, a vedere un musical? Ecco, assieme a mia madre, anch’essa disabile, abbiamo prenotato tre ingressi a tre rappresentazioni diverse presso il Teatro Clerici di Brescia. Gli organizzatori mettono gentilmente a disposizione, per le persone con invalidità, di qualsiasi tipologia, ingressi omaggio (fino ad esaurimento della disponibilità) e un ingresso ridotto per l’accompagnatore. Con nostra grande sorpresa, e molto dispiacere, abbiamo scoperto che tutta questa generosità, in realtà, è solo una bella facciata, poiché questi «posti riservati» sono posizionati esattamente davanti ad un muro nero, sì esatto, un muro nero. I posti per disabili sono pochissimi, circa quindici per lato, compresi i posti per gli accompagnatori, quindi direi che potremmo dire che sono quindici posti su un teatro che ne contiene 1.800, tutti questi posti sono posizionati di fronte alla parete, il palco non è praticamente visibile in nessun modo se non sporgendosi verso il centro, sperando di vedere qualche scena ogni tanto. Abbiamo visto persone, anche bambini, con carrozzina che sono state obbligate a restare per più di tre ore immobili di fronte ad un muro nero. Trovo questo comportamento vergognoso e, oltremodo, umiliante. Inutilmente abbiamo chiesto alla biglietteria di poter pagare dei biglietti ridotti, invece che gratuiti, e poter scegliere un posto più consono a poter vedere lo spettacolo, ma ci è stato risposto che non era possibile, che i posti sono limitatamente quei 9, sì, 9, poiché 6 sono vuoti per permettere le carrozzine, e di questi 15, comunque la metà sono destinati agli accompagnatori. Questa lettera è uno sfogo, poiché sentirsi penalizzati in questo modo e, forse, anche un po’ presi in giro, non è piacevole. La prossima volta pagherò il mio biglietto a prezzo intero e sceglierò i miei posti, così da poter vedere gli spettacoli per intero, ma col pensiero a quelle persone che, avendo una sedia a rotelle, non potranno che fissare un muro.
Eleonora Turotti

C

ara Eleonora,

polemica lo è senz’altro, ma con ragione. Ciò che racconta si commenta da sé, senza bisogno di assi di briscola da accompagnare. Preferendo tuttavia le soluzioni alla pubblica crocefissione, confidiamo che i responsabili del teatro provvedano a correggere la stortura, senza necessità da parte nostra di istruire processi o dare fiato ai tromboni. Quello sì sarebbe un colpo di teatro, con finale lieto, degno delle opere migliori. (g. bar.)

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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