Quei controlli sui rendiconti dei tutori di disabili

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Siamo un gruppo di familiari di persone con disabilità. In comune, oltre all’esperienza della disabilità, abbiamo lo svolgimento del ruolo di Amministratore di Sostegno/Tutore. Scriviamo per far conoscere alla cittadinanza la spiacevole situazione in cui ci stiamo trovando per effetto del recente accordo tra il Tribunale di Brescia e l’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili, che prevede il conferimento ai professionisti selezionati dallo stesso Ordine, dell’incarico di controllare i rendiconti annuali redatti a cura di tutori e Amministratori di Sostegno. In alcuni casi senza aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, siamo stati contattati da un commercialista che ci ha invitato a produrre la documentazione di dettaglio, comprovante le spese descritte nell’ultimo rendiconto depositato in Tribunale. Abbiamo così saputo che il nostro fascicolo, pieno di dati personali e sensibili era stato «passato» (con quali criteri?) ad un commercialista. Non vogliamo entrare nel merito dei motivi che hanno portato all’accordo, è forte però il timore che questa iniziativa produca un ulteriore appesantimento nello svolgimento di un ruolo già carico di responsabilità. Molti di noi, che sono genitori o fratelli, si sono letteralmente annullati per seguire il proprio caro, averne cura e garantirgli le migliori condizioni di vita possibile, ma pare che questa parte del nostro ruolo poco «conti»: che «conta» è produrre le «pezze giustificative» in un’ottica puramente economica. Che poi, è triste ricordarlo, molti «patrimoni» dei nostri familiari sono costituiti esclusivamente dalla pensione d’invalidità civile e dall’indennità di accompagnamento, che ammontano complessivamente a circa 810 euro mensili: ben 22,5 euro in più della somma che individua la soglia di povertà assoluta di una persona adulta, che vive in una città come Brescia! Ma davvero è necessario un commercialista per stabilire che siano entrate necessarie e, purtroppo nemmeno sufficienti, a vivere? Dobbiamo davvero conservare tutti gli scontrini? Ridurre il rendiconto annuale ad una serie di scontrini da presentare per giustificare le spese è umiliante per noi, ma soprattutto per le persone che rappresentiamo. Ci auguriamo in futuro di essere tenuti in maggior considerazione, come persone e cittadini portatori di diritti. La realtà della disabilità meriterebbe almeno di essere conosciuta da chi vuole rapportarsi con essa.

// Lettera firmata
Brescia e Desenzano seguono 55 firme
Gentili firmatari, la lettera denuncia quello che a vostro avviso è un ulteriore, umiliante aggravio nello svolgimento del ruolo, che i familiari con funzioni di amministratore di sostegno/tutore di persone disabili, subirebbero a causa dell’accordo tra Tribunale di Brescia e Ordine dei commercialisti. Diamo spazio alle vostre rimostranze con alcune precisazioni, credo, necessarie per contestualizzare meglio la situazione a beneficio dei lettori, con l’impegno ad approfondirla prossimamente sul giornale. Il legislatore, nel regolare la materia, ha previsto che gli amministratori di sostegno presentino periodicamente al giudice tutelare una relazione sull’attività svolta e sulle condizioni del beneficiario, nonché una rendicontazione della gestione economica loro affidata. Una norma stabilita a tutela del soggetto disabile, anche perché in tanti casi l’amministratore di sostegno/tutore non è un familiare. L’attività di controllo del giudice avviene dunque per rispettare una norma. Nel caso specifico, l’accordo bresciano - a quanto ci risulta - è intervenuto a seguito di una richiesta del presidente del Tribunale all’Ordine dei commercialisti per avere un sostegno nella revisione di alcune migliaia di pratiche di controllo inevase. All’invito hanno aderito di fatto a titolo quasi del tutto gratuito, oltre un centinaio dei 2.200 commercialisti iscritti all’Albo qui a Brescia. Infine, protocolli analoghi di collaborazione tra Tribunale e Ordine dei Commercialisti ci risultano già sottoscritti a Milano e a Vicenza, mentre sono in cantiere anche in altre città. Resto comunque convinto che la realtà della disabilità, per quanto riguarda sia le persone portatrici di handicap sia le loro famiglie, meriti in generale, e non solo in questo particolare caso, una rispettosa e costante attenzione da parte di tutti. Noi ci proviamo. (g.c.)

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