Quanto è difficile assistere chi non ha nessuno

Lettere al direttore
Lettere al direttore
AA


Mi rivolgo a lei perché desidero rendere noto che in data 9 agosto 2024 ho inviato una lettera al sindaco di Botticino presso i suoi uffici.

Quando ormai avevo perso ogni speranza di essere ascoltata, il giorno 27 agosto sono stata contattata dal sig. Apostoli, sindaco di Botticino, scusandosi per il ritardo essendo lui stato assente in quel periodo.

In quella lettera facevo presente una situazione molto delicata che sta vivendo un abitante del suo comune, di 86 anni che dopo vari ricoveri si trovava al momento presso l’ospedale di comunità «Zaffiro» a titolo gratuito per un periodo di un mese e specificando che al termine di questo periodo il signore in questione sarebbe tornato a casa da solo non avendo parenti e vivendo in affitto con una pensione appena sufficiente per vivere.

Ho riferito al sindaco e chiarito la situazione nei minimi dettagli.

Nel frattempo erano già stati attivati alcuni servizi sociali tra cui un’assistente sociale si è recata in struttura per valutare e chiedere al paziente cosa volesse fare.

Purtroppo, una persona ricoverata da due mesi resta inevitabilmente un po’ confusa e anche se ha manifestato il desiderio di tornare a casa, mezz’ora dopo il colloquio mi ha supplicata di essere portato al ricovero perché consapevole di essere solo.

Nel frattempo, è stato portato a casa dove ha trovato noi, che siamo semplicemente amiche di vecchia data, ma che non possiamo assolutamente essere sempre presenti. Risultato siamo riusciti ad avere alcuni presidi sanitari gratuitamente, ma i pasti e la signora che viene a fargli l’igiene personale giornaliera sarà a pagamento fino a quando non verranno sbrigate le pratiche per prendere in considerazione l’Isee diminuendo un po’ i costi.

Chiaramente abbiamo dovuto trovare qualcuno che stia con il paziente parte del giorno e tutta la notte e giustamente dovrà essere pagato. Dopo il sopralluogo presso la residenza del paziente è stato messo in lista per una Rsa, ma forse tra un anno o di più.

Nel frattempo, i pochi risparmi (e vi posso assicurare che son veramente pochi) finiranno e anche se riuscirà ad avere l’accompagnamento sarà difficile arrivare alla fine del mese.

Io penso che, come questo signore, ci siano altri casi come questo. Non voglio dare colpe a nessuno. Capisco che spesso gli addetti lavorano incatenati in un sistema che ormai non funziona più in una società che sarà sempre più vecchia, e nessuno di noi è escluso, se avrà la fortuna di diventare vecchio, da questa realtà, a meno ché sia molto abbiente o abbia qualche «santo in paradiso»! E come ci è stato consigliato, se siete soli attivatevi per tempo prenotando un posto in una struttura per quando ne avrete bisogno. Buona fortuna da una cittadina molto, molto arrabbiata e delusa

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L.E.

C

arissima,

comprendiamo che chi invia una lettera vorrebbe trovare la soluzione a un problema e non soltanto una pacca sulla spalla. Immaginiamo anche il disappunto degli amministratori comunali, che diranno ciò che già conosciamo («è la legge», «come Comune più di così non possiamo fare»)... Al netto di tutto questo, però, tre elementi abbiamo a cuore.

Primo: segnalare che queste situazioni esistono.

Secondo: lo Stato o gli enti locali non risolvono tutto, neanche nei casi migliori (figuriamoci i peggiori) e soltanto la generosità, l’intraprendenza gratuita dei cittadini rende concreto il «prendersi cura» delle persone.

Terzo: ciò che avete fatto e che state facendo è ammirevole e non abbiamo parole per dirvi quanto vi siamo grati, riconoscenti, per la sensibilità che dimostrate.

Aggiungiamo soltanto: chiunque meriterebbe «amici» quali siete voi. (g.bar.)

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