Quando c’erano i razzi antigrandine per salvare le vigne

A proposito del (mal)tempo. Quando mi sono sposato, diciamo 50 anni fà, mi trasferii a Ome, piccolo centro vicino Brescia, il cui territorio era ad alta (allora) coltivazione vitata. Scoprii che per proteggersi dalla grandine (abbastanza frequente) usavano sparare razzi che esplodevano a diverse altezze da diverse postazioni del territorio. Quando il razzo esplodeva dentro la nube pericolosa quasi subito si calmava il vento e la grandine cadeva ormai come poltiglia. Non sempre centravano la nube. Poi, dopo alcuni anni, a causa di abusi dell’uso dell’esplosivo dei razzi (circolava voce di terroristi specie in Alto Adige) i razzi vennero sospesi e si passò a promuovere l’assicurazione per i danni del maltempo. Ci fu in concomitanza anche la difficoltà, in diversi paesi della Franciacorta, di reperire incaricati che potessero esserci nei momenti di temporali. Allora non c’erano previsioni meteorologiche così precise e puntuali. Ma oggi possono prevedere ora e tipo di nubi ecc. Non potrebbero ripristinare una simile attività che ha ottenuto molti benefici risultati?
// Antonio FioriOme
Gentile lettore, ricordo anch’io quei «botti», quando nell’aria si «annusava» la grandinata in arrivo. Quel tipo di razzi erano stati messi a punto a inizio Novecento: sparati contro le nubi, emettevano onde sonore che sfruttando l’effetto «cavitazione» provocavano la disgregazione di acqua e ghiaccio. Solo dagli anni Novanta subentrarono i cannoni antigrandine in grado di emettere potenti onde sonore ogni 20 secondi, per frantumare i chicchi di grandine già costituiti. La dubbia efficacia su grande scala di entrambi i metodi, unitamente ai decibel fuori norma degli scoppi, hanno progressivamente spinto gli agricoltori a sostituirli con le reti antigrandine, più efficaci nel contenere i danni delle grandinate. Ed anche a «salvare» il valore del raccolto eventualmente compromesso con polizze assicurative: le quali sono certo meno «romantiche» e roboanti dei botti, ma di sicuro più efficaci nel tutelare il lavoro di chi è esposto naturalmente alle bizze del maltempo. (g. c.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato