Perché le Regioni a statuto speciale non hanno più senso

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Sull’autonomismo deve prevalere il senso comune di equità, perciò le Regioni a statuto speciale non hanno più senso. Come non ha senso immaginare che altre Regioni (come ad esempio la Lombardia) possano condividere gli stessi privilegi delle Regioni autonome che già li possiedono. Sarebbe come ampliare il volume dell’ingiustizia, mentre deve sempre prevalere che tutti gli italiani sono uguali. Si pone quindi il compito costituzionale di estendere a «tutte le Regioni», i benefici in materia di autonomia legislativa, rispetto al Parlamento, e di porre in evidenza le differenze, in base alle radici ed alle motivazioni di carattere culturale e linguistico, quando ve ne sia necessità. Mentre per quanto riguarda la sfera economica, fiscale e quella dei diritti, non possono esserci regioni di serie A o di serie B. Gli errori vanno affrontati, non certo diffondendoli all’infinito, secondo i propri interessi e comodità. E semmai ci si deve preoccupare con interventi speciali, per quelle Regioni che ne abbiano effettiva necessità, secondo il principio di mutua solidarietà, che spetta prima di tutto alle istituzioni dello Stato centrale. Ed è il modello che dovrebbe prevalere anche in Europa.

// Claudio Maffei
Fasano di Gardone Riviera

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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