Per sciopero salta il treno? L’aumento lo paghiamo noi
Lettere al direttore
AA
Sono il genitore di uno studente fuori sede che doveva recarsi da Brescia a Trento l’8 settembre perché iniziava l’università. Causa sciopero il treno regionale da Verona a Trento è saltato alle 22 di sera. Unica soluzione il Frecciarossa diretto a Bolzano che però costa 22 euro.
Ovviamente mio figlio aveva già preso il biglietto per Trento e non sapendo che fare ha atteso l’arrivo del treno per chiedere al bigliettaio come comportarsi. Il biglietto è valido? Bisogna farne un altro? La bigliettaia ha fatto pagare ben 29 euro il biglietto. Ok, è il prezzo, ma fate una riflessione: ragazzi per bene che non vogliono mancare al primo giorno universitario, genitori che si sobbarcano le spese di affitti fuori sede e mantenimento di figli che studiano, ripeto studiano, che viaggiano su regionali spesso in ritardo acquistando regolarmente il biglietto per risparmiare e poi no, bisogna pagare di più. Io dico, ma ci si lamenta dei comportamenti dei ragazzi, ma se si iniziasse ad aiutare le famiglie non aumentando le tariffe in modo speculativo.
Perché sì cara Trenitalia, è speculazione questa. C’è sciopero, il ragazzo ha preso il biglietto perché il treno era dato per certo, ma chiudi un occhio, non aumentare il prezzo.
Perché sì, il ragazzo ha chiesto prima di salire sul treno, non ha cercato di fregarvi, ma si sa, in Italia campa chi frega gli altri, e allora non possiamo lamentarci della società attuale, anche grazie a voi cara Trenitalia.
Mariano Pezzetta
Bovezzo
Caro Mariano,
ieri le autostrade, oggi le ferrovie: sempre di disservizi si tratta. Con l’aggravante, in questo caso, che ad esser penalizzato sia uno studente e di riflesso una famiglia che lo supporta, gli consente di studiare, educandolo pure ai sacrifici e alle rinunce che comporta. Un unico appunto ci sentiamo di fare, rispetto alla lettera che ha inviato a Trenitalia. Lei chiede infatti che «si chiuda un occhio», noi invece siamo convinti che non debba essere una «concessione», bensì una regola, un diritto quello che sia rispettato il prezzo pattuito. E non soltanto per gli studenti: per tutti i viaggiatori. Perché altrimenti chi in teoria doveva perderci, nel concreto dallo sciopero è l’unico che ci guadagna. (g. bar.)
P.S. Ci saluti suo figlio e gli dica che siamo orgogliosi di lui e dell’intera sua generazione che studia, lavora, si impegna per un futuro migliore.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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