Organi a canne: splendidi eppure poco considerati
Ho avuto occasione di leggere alcune dispense o addirittura libri sulle magnifiche chiese che danno lustro alla nostra città di Brescia. Con rammarico, mi trovo costretto a richiamare l'attenzione sugli organi a canne, presenza preziosa, molto spesso ignorata.
Non ho assolutamente intenzione di entrare nel merito; parlo da cittadino. Per quale motivo l'organo non richiama l'attenzione degli storici o, molto più comunemente, dei cittadini? Per quale motivo per molte persone si identifica unicamente nelle poche canne di facciata e non nel monumento storico e artistico, nonché musicale, che in realtà è? Largo spazio, generalmente, viene dato alle precisazioni di carattere storico e artistico per quanto riguarda le opere d'arte quali affreschi, dipinti, sculture; per l'organo a canne, invece, unicamente brevi rimandi che si identificano in poche righe o descrizioni per cenni (magari nemmeno azzeccate), di frequente presenza oscura e «strana» anche per quella comunità parrocchiale che ogni domenica si riunisce allo scopo di celebrare la santa messa.
Il fatto che non vi sia attualmente un concetto di tutela vero e proprio in Italia per questi «poveri» manufatti, non comporta il disinteresse o addirittura la trascuratezza che in molti casi hanno luogo. Non è mio volere «fare di tutta l'erba un fascio»; i sacerdoti e le persone - tengo a precisare, non sempre necessariamente esperte - che valorizzano gli organi a canne storici non mancano, sebbene siano poche.
Auspico che un giorno anche la nostra città possa godere di una sensibilizzazione collettiva verso questi pregiati strumenti da molti dimenticati o, peggio, volontariamente ignorati, erroneamente convincendosi che bastino le (poche) persone preparate in grado di interessarsene o prendersene cura veramente.
In conclusione, mi parrebbe doveroso asserire che, essendo prodotti e capolavori storici, artistici e sonori a tutti gli effetti, chi non ritiene di riconoscerli tali dimostra un vero e proprio rifiuto verso la cultura e la tradizione storica, oltre che artistica e musicale, della nostra città. Un sincero e vivo ringraziamento a coloro che, d'altro canto, si impegnano affinché ciò non avvenga, pur non ricevendo pubbliche lodi o riconoscimenti.
Stefano Braga
Brescia
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