Omologazione dei campi di calcio
Nella città di Brescia il Comune ha realizzato negli ultimi anni ben 20 campi di calcio in erba artificiale di ultima generazione in aiuto alle parrocchie e quelli di proprietà. Un intervento di notevole portata dell'Amministrazione comunale, la quale ha voluto ammodernare impianti obsoleti, privi di comfort, programmando per il futuro il completamento dell'opera.
I disagi dei giocatori su campi di «patate» sono superati, gli atleti non si sporcano più gli scarpini - anche in giornate climatiche avverse, con buona pace dei gestori che si sono visti dimezzare i costi e manutenzioni, salvo piccoli interventi del manuale alla conservazione dell'erba sintetica.
Il problema però che preoccupa le gestioni comunali e non, sono le omologazioni richieste tassativamente dalla L.N.D. ogni tre anni con un esborso esorbitante di 4.800 euro per test di tempo breve al controllo degli intasi, al rotolamento della palla da parte di tecnici inviati da Roma.
Qualche tempo fa il Comune di Torino e alcuni paesi della Liguria aprirono un contenzioso con la L.N.D. sulle problematiche delle omologhe dei campi comunali a difesa delle Associazioni sportive - con risposta immediata -: Chi non paga non gioca. Altrimenti potete andare ad altre organizzazioni!
L'effetto protesta ha smosso i palazzi del potere. Il massimo dirigente nazionale dei dilettanti in occasione degli auguri di buon anno ha riferito che sono al vaglio alcuni progetti di interesse comune. Al risparmio energetico degli impianti con applicazione del fotovoltaico, un nuovo regolamento dei campi sintetici in erba, che stanno raggiungendo in Italia la ragguardevole cifra di circa 20.000. In un momento di crisi in tutti i settori dell'economia italiana, con fuga degli sponsor a sostegno delle società alle quali si vedono prosciugarsi le risorse di cassa, con rischio, reale di recessione, l'intervento degli organi federali ad ogni livello deve adoperarsi affinché la continuazione non venga meno.
Giorgio Filippini
Dirigente sportivo
Brescia
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