Nuvole di storni e vita d’inferno Qualcuno ci aiuti
Lettere al direttore
AA
Facciamo seguito all’articolo comparso qualche giorno fa sul Giornale di Brescia, riguardante l’invasione degli storni. Abitiamo in un condominio dalle parti di Corso Palestro, il cui cortile interno è quotidianamente e letteralmente invaso dagli stormi di questi uccelli, dal momento che sono presenti alcuni alberi monumentali, di pertinenza di un parco privato. La situazione, per quanto ci riguarda, sta diventando insostenibile e, vista la previsione dell’esperto ornitologo per cui si parla della durata di mesi per questo fenomeno, siamo preoccupati: prescindendo (ma poco, per chi ha le finestre che affacciano sul suddetto cortile) dal rumore costante e intenso, siamo sommersi di guano, non solo sulle macchine ma anche in terra... Ci camminiamo sopra per rientrare in casa. L’odore è nauseabondo tanto che non possiamo più aprire le finestre. Ogni giorno il cortile è pieno di cadaveri di storni che poi, in qualche caso, vengono schiacciati dalle auto in manovra... Insomma, non sappiamo più cosa fare. Ci siamo rivolti, senza esito alcuno, agli uffici comunali preposti, alla Polizia provinciale, ai Vigili del fuoco, all’ufficio di igiene e all’Enpa. Nessuno ha saputo darci, oltre che indicazioni minime, una minima speranza che questo fenomeno si possa in qualche modo arginare, naturalmente nel totale rispetto della fauna. Comprendiamo l’ornitologo quando dice che non ci sono rischi per la salute, nemmeno per ciò che concerne le carcasse degli uccelli ma... se pensiamo a una situazione così grave e invasiva a lungo termine, all’odore e allo sporco ingestibili, ci sentiamo male. E crediamo che anche questo malessere quotidiano sortisca e possa sortire qualche effetto negativo sulla salute.
Auspichiamo che, leggendo queste poche righe, la situazione venga quanto meno presa in carico e venga posto il problema a livello pratico.
LB
Carissima,
il suo auspicio è il nostro, poiché vivendo qui e non altrove, paghiamo pure noi dazio all’orda volatile che da qualche giorno rende omaggio al prodigio della natura ma lasciando in dote disagi e sporcizia.
Un problema di convivenza «uomo - animale», insomma, con una tolleranza estrema quando resta sulla carta (di principio siamo tutti piccoli Mowgli nel Libro della Giungla), mentre appena si palesa un danno, un pericolo o un fastidio restiamo sospesi, come paralizzati, sperando che qualcun altro - appunto un ente, un’istituzione - trovi una soluzione radicale e rapida.
Attenzione, non lo scriviamo a lei, bensì a noi stessi. Perché solo chi è senza peccato può scagliare la prima pietra. O, meglio, chi pensa di far la morale agli altri accolga a sua volta un orso in sala o una nuvola di storni in cucina. (g. bar.)
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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